La luce del futuro - volume B

I generi UNIT 8 La poesia delle immagini GUIDA ALLA LETTURA Il Novecento di Man Ray Instancabile sperimentatore e attratto dalle novità artistiche, Man Ray aderisce giovanissimo al Dadaismo, un movimento artistico d avanguardia, nato nel 1916 a Zurigo e diffuso a New York, Berlino e Parigi. Il fondatore, il poeta Tristan Tzara (1896-1963), scelse la parola onomatopeica dada , usata dai bambini francesi, come nome del movimento perché, disse, «non significa nulla . Il Dadaismo, infatti, scandalizzava il pubblico proponendo una libertà espressiva assoluta, fino al nonsense, per contestare la cultura tradizionale e le sue rigide convenzioni, comprese quelle legate alle leggi della lingua e della logica: per esempio, secondo Tzara, si può fare poesia estraendo a caso parole ritagliate da un giornale e mescolate in un sacchetto. Anche Man Ray ricerca con questo suo Poema un effetto sconcertante e, possiamo dire, contraddittorio: nonostante sia fonetico, infatti, esso è completamente privo di suoni e gioca tutti i suoi effetti sul piano ottico, sconfessando il suo stesso titolo. Simili a linee e punti dell alfabeto Morse, trattini di diversa lunghezza si succedono nel verso della scrittura, come cancellature: ma che cosa è stato cancellato? Una poesia? O forse, la Poesia nella sua totalità? O addirittura l Arte e le sue regole? Che cosa non c è, che cosa c è Inizialmente, nell opera colpisce soprattutto ciò che manca, visto che, a dispetto del titolo, non troviamo neppure una parola. Se non ci sono le parole, non c è nemmeno un testo e, se non c è un testo, non esiste nemmeno la poesia. Tuttavia, nel comporre un testo poetico, le parole sono necessarie ma non sufficienti: accanto ai significati linguistici, infatti, la poesia è fatta di ritmi, di un alternanza di detto e di taciuto. In ogni poesia si nasconde una sorta di vibrazione musicale che, integrando il significato dei vocaboli, arricchisce il testo e rende piacevole la sua lettura. Anche se può sembrare assurdo, nonostante l assenza delle parole, qui un ritmo si percepisce chiaramente: seguendo i segni grafici, infatti, si può cogliere il susseguirsi di tempi lunghi e brevi, intervallati dai silenzi tra un segno e l altro, a fine verso e fra le strofe. Come le note di una partitura, le cancellature di Man Ray producono l impressione di uno scorrere più o meno regolato del tempo. Ciò non ha senso, se ricerchiamo un contenuto razionale; ma lo ha se riusciamo ad ascoltare, seguendo i versi con lo sguardo, l onda emotiva che, anche in assenza di parola, emerge dalla pagina. L illusione e l allusione Le immagini che vediamo sono semplici linee nere, che hanno tutto l aspetto delle cancellature. Cancellature di una poesia, evidentemente, dal momento che l autore allinea le righe a sinistra, come se fossero versi, e raggruppa i versi in gruppi di tre o quattro, come se fossero strofe, rifacendo, insomma, la struttura assunta dalla poesia nella cultura occidentale, nel corso dei secoli, nell era della carta stampata. In base alle nostre abitudini, quella che abbiamo sotto gli occhi non può che essere perciò una poesia cancellata: ma lo è davvero? L operazione di Ray è però più complessa: egli, da autentico artista d avanguardia, gioca con le regole, e ci tende tranelli per ingannare le nostre percezioni: come un bambino dispettoso, prende in giro chi lo guarda. Ma dietro la sua provocazione c è un messaggio serio, ovvero che il modo in cui vediamo le cose è frutto di una nostra costruzione culturale, e può dunque mutare nel tempo e nello spazio. Il Poema, infatti, non sarebbe comprensibile nella Cina classica, dove i versi si scrivevano in verticale; o nelle lingue che, come l arabo o l ebraico, si scrivono da destra verso sinistra. Ma nemmeno nella cultura occidentale del Medioevo, quando i versi si scrivevano senza andare a capo. La realtà è largamente frutto di convenzioni: attenzione a credere che il nostro modo di vedere sia l unico possibile e l unico accettabile. 430

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Poesia e teatro