La luce del futuro - volume B

4. Le insidie del Web Il Web è la grande invenzione del nostro tempo. Nato negli anni Novanta del secolo scorso, in breve ha rivoluzionato l organizzazione della società, garantendo un più facile e democratico accesso alla conoscenza. P rendiamo ad esempio la letteratura: un tempo per leggere un capolavoro occorreva comperarlo, o almeno ritrovarsi una buona biblioteca vicino a casa. Ora invece basta un click su un sito affidabile per usufruire gratis di un patrimonio che dà le vertigini. Tutto bene allora? Niente affatto. Se chiunque può trovare (quasi) tutto, significa che esistono migliaia di siti costruiti per trarci in inganno o risvegliare i nostri peggiori istinti, anche senza scendere nei pericolosi abissi del deep Web, la parte sommersa della Rete, invisibile ai normali motori di ricerca. Il sistema dell informazione mostra bene dove stia il problema: un tempo era difficile procurarsi le notizie, ora è difficile capire quali siano le notizie vere e importanti, bombardati come siamo in ogni momento da centinaia di bip che reclamano la nostra attenzione. Anche questo spiega l inarrestabile rigoglio di fake news, le bufale . Per cavalcare il nostro tempo, e non esserne travolti, occorre saper decimare le informazioni: sottoporle a un accurato fact checking, un controllo per riconoscere che cosa conta e cosa si può gettare nel cestino senza rimpianti. Non possiamo d altra parte sperare che la tempesta si plachi, almeno per il momento: tutti i giorni una legione di persone si inventa storie, o enfatizza cose di nessuna importanza, come spiega un articolo di Maurizio Bifulco e Edoardo Boncinelli ( T1). E tutto questo perché? Per lucro, per calcolo, a volte per mera frustrazione, per sentirsi vivi , almeno in una dimensione virtuale. il caso degli haters, gli odiatori che spargono rabbia nel Web. In troppi usano la Rete per molestare, intimorire, mettere in imbarazzo: magari è capitato anche a te di trovarti in situazioni simili, vittima o carnefice. Ma perché diventiamo crudeli e aggressivi, perché sorge l impulso a trasformarsi in leoni da tastiera, salvo tornare agnellini quando ci stacchiamo dallo schermo? Vale la pena di ragionarci, come ha fatto Giovanni Ziccardi, mettendo a fuoco le responsabilità della politica in queste dinamiche ( T2). Certo l errore più grave, di fronte a un hater ostinato, è quello di scendere al suo livello, abboccando alle provocazioni. Mai dimenticare che esistono altre strade: ignorarlo, usare l ironia, chiedere aiuto ad amici e famigliari, nei casi più gravi avvertire la polizia postale. La Rete può rivelarsi un luogo splendido, o una trappola infernale. Dipende anche da noi, e dal modo in cui la usiamo. A proposito: è davvero così necessario condividere i momenti salienti della propria vita privata? Se lo chiede Massimo Mantellini, riflettendo su questa grande passione del nostro tempo ( T3). 405

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Poesia e teatro