La luce del futuro - volume B

I generi UNIT 5 La poesia civile IL CLASSICO SPECCHI di CARTA A chi riserviamo oggi il termine eroe ? Di solito a qualcuno che compie un eccezionale atto di coraggio, sacrificandosi per gli altri o in nome di qualche nobile idea. Può essere il negoziante che si rifiuta di pagare il pizzo, il medico che rischia di infettarsi pur di fermare un epidemia, il passante che si tuffa in mare vedendo un bambino che rischia di annegare. L eroismo di Achille o di Ettore era di un altra specie. Nelle società tradizionali, e dunque anche nell antica Grecia, il campo nel quale si misurava il valore di un uomo era innanzitutto la guerra. Nessuna onta era superiore alla fuga dinanzi al nemico. Archiloco ne è consapevole, ed è proprio tenendo presente la mentalità comune ai suoi tempi che rivendica il Stele funeraria di Demokleides, oplita ucciso nella battaglia buon senso grazie al quale ha salvato la sua vita. navale di Corinto del 394 a.C., IV secolo a.C. Sa che gli daranno addosso per avere abbandonato lo scudo, e non gli importa. Il coraggio non è incoscienza. Quante volte capita anche a noi di fare una stupidaggine, pur di non rischiare di passare per codardi? GUIDA ALLA LETTURA 282 La guerra per necessità Archiloco è fra i primi poeti a mettere in campo la propria esperienza personale per affrontare un argomento delicato come la guerra. Nei suoi versi, più che i momenti drammatici della battaglia o quelli ufficiali delle celebrazioni, ricorrono pause e riflessioni disinvolte, nelle quali emerge un carattere deciso, litigioso, estraneo alla retorica. Se Omero parlava di leggendarie imprese compiute da eroi di inarrivabile valore, egli trae spunto dalle situazioni che si è trovato a vivere quotidianamente in qualità di soldato, costretto a combattere non in nome di ideali, ma per guadagnarsi da vivere: «Nella lancia ho il pane, nella lancia il vino si legge in un altro suo frammento. Prima della gloria, per lui contano il buon senso e l abilità nell evitare i pericoli per salvare la pelle (vv. 4-5). Achille, o un qualunque altro eroe epico, non avrebbe mai ragionato in questo modo: meglio una morte onorevole in battaglia che fuggire volgendo le spalle al nemico. Uno scudo prezioso Nella Grecia classica lo scudo era un oggetto prezioso, fosse un acquisto, un eredità di famiglia, o bottino di guerra strappato al nemico. «O con questo o sopra questo , dicevano le madri spartane, indicando lo scudo, nel congedare i figli in partenza per la guerra, e intimando loro di tornare vittoriosi o piuttosto morti, adagiati sullo scudo dai compagni superstiti. Secondo la morale dell epoca Archiloco, che ha lasciato il proprio scudo Presso un cespuglio (v. 2), appare dunque responsabile di una grave mancanza. In effetti il poeta si dice molto seccato dall accaduto, e in particolare dall opportunità offerta a qualcuno dei Sai di pavoneggiarsi con il suo equipaggiamento. Sulla vergogna prevale tuttavia il dispiacere per la perdita di un ottimo strumento di combattimento, il cui valore simbolico lo lascia pressoché indifferente. In fin dei conti, esso ingombra e rende difficoltosa la ritirata, e questo è tutto: meglio liberarsene. Di nuovo in battaglia Siamo dunque al cospetto di un inno alla codardia? Certo, la sfida alla morale del tempo è spavalda ed esplicita: la sincerità con cui scrive Archiloco in epoca antica scandalizzò molti, e non mancarono le invettive nei suoi confronti. Sarebbe erroneo tuttavia credere

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Poesia e teatro