La luce del futuro - volume B

Focus sull autore | CAPRONI SPECCHI di CARTA L azione di aspettare ha, in sé, qualcosa di paradossale. Non ci sono, infatti, gesti materiali che ci permettano di identificarla con certezza: chi aspetta non fa mai nulla di specifico, e a volte legge distrattamente, o sorseggia un caffè, o consulta uno smartphone per avere l impressione di essere occupato; di tanto in tanto getta lo sguardo verso la porta, o all angolo della strada da cui arriverà la persona attesa: secondo l etimologia latina, in effetti, il significato di aspettare è proprio quello di guardare verso un punto . Eppure tutti riconosciamo la specificità dell attendere, che è di natura sentimentale: la percezione del tempo si dilata anormalmente, alterata da emozioni, magari contraddittorie, spesso intense, a volte sconvolgenti. A seconda di chi stiamo aspettando, e di ciò che questa persona significa per noi, oscilliamo tra sentimenti di eccitazione o di ansia; di timore o di speranza; di delusione o di appagamento. Il poeta, con eccezionale acutezza percettiva, coglie, nella tensione crescente dell attesa, anche un significato simbolico: un esperienza quotidiana e banale, così, va trasfigurandosi in un potente emblema dell angoscia. GUIDA ALLA LETTURA Uno spunto reale, un racconto visionario Per comprendere il testo, è utile leggere le parole con cui l autore stesso ne raccontò l ispirazione: «A Roma, verso la fine del 1945. Ero in una latteria, solo, vicino alla stazione, e aspettavo mia moglie Rina che doveva arrivare da Genova. Una latteria di quelle con i tavoli di marmo, con le stoviglie mal rigovernate che sanno appunto di rifresco . Mia moglie non poteva stare con me a Roma perché non trovavo casa e dovevo stare in pensione. Erano tempi tremendi . La spiegazione del poeta illustra la situazione reale cui alludono i suoi versi: siamo nei primi mesi del secondo dopoguerra, in un locale popolare dove egli ha appuntamento con la moglie. La coppia si ama teneramente ma, per ragioni economiche, è costretta a stare separata: la frustrazione della protratta lontananza quindi spiega l appassionata invocazione iniziale, Amore mio (v. 1), che ripetutamente punteggia con affetto il testo. Ma, nonostante il realismo dei dettagli, che delineano un quadro assai concreto, la poesia ci trasporta in un atmosfera visionaria: la donna, infatti, perde ogni connotato personale; anzi, nemmeno compare. Intorno tutti gli oggetti materiali sono, per così dire, trasfigurati: i tavolini, il tram (v. 6), il bicchiere (v. 9), immersi in un clima onirico e spettrale. Il freddo inverno del cuore Dai tempi dei trovatori medievali, poeti e drammaturghi hanno presentato l alba come una sciagura per gli innamorati i quali debbono, loro malgrado, separarsi al mattino. L alba di Caproni sembra però lontana da questa tradizione, ed esprime un significato assai diverso: la mattinata invernale vede infatti il poeta in attesa del suo Amore (v. 1) che si suppone comparirà da un momento all altro. Non una separazione dunque, ma un incontro. Tuttavia, invece di assistere alla riunione della coppia, cogliamo segni che ci trasmettono un oscura inquietudine: soprattutto le ricorrenti immagini del gelo (v. 4), che s insinua un po ovunque, comunicano un intensa sensazione di disagio. Come mai il freddo non accenna a svanire? L inverno / lungo (vv. 2-3) dell attesa, dunque, non è destinato a terminare? Il freddo penetrante, che si propaga dal marmo (v. 4) del bancone fin dentro il sangue (v. 4) del poeta, va assumendo così un significato metaforico evidente: l assenza dell amata e la lontananza del suo caldo affetto hanno raggelato il cuore del poeta in un simbolico inverno. Rumori e inquietudini Al freddo si aggiunge, da lontano, un altro elemento sensoriale: oltre la brina (v. 6), il poeta ode il rumore delle porte (v. 8) di un tram (v. 6) che, come spesso succede al capolinea, si aprono e si richiudono di continuo. Forse, finalmente, la donna è giunta e, scesa dal mezzo pubblico, varcherà la soglia del bar. Perché allora non la vediamo comparire? Perché le porte automatiche restano deserte (v. 8)? Anche in questo caso, uno stimolo percettivo, cioè il suono secco e meccanico delle porte che sbattono, insinua una sottile angoscia: come nei precedenti versi il freddo, ora 261

La luce del futuro - volume B
La luce del futuro - volume B
Poesia e teatro