3. IL RAPPORTO CON IL SACRO

I generi UNIT 4 La poesia pensiero La sete d infinito Come raccontare un poeta come Leopardi? Come far sentire la sua voce viva e presente? Il regista Mario Martone (n. 1959) e l attore Elio Germano (n. 1980) ne hanno fatto un «giovane favoloso , che ha sete di infinito e che come ha dichiarato il regista «sente da subito tutte le gabbie che nella vita di ciascuno di noi si formano: la famiglia, la scuola, la società, la cultura, la politica. E si ribella . Elio Germano in una scena del film Il giovane favoloso, 2014. Per Leopardi, invece, il desiderio di oltrepassare i limiti delle possibilità umane si traduce nel racconto di una formidabile esperienza del pensiero e dell immaginazione: la presenza di una siepe, un ostacolo che impedisce la visione dell orizzonte che sta al di là di esso, induce il poeta a spaziare con la fantasia nell immensità sconfinata e a provare per questo un godimento che nessun piacere concreto è in grado di dare. 3. IL RAPPORTO CON IL SACRO Il divino in poesia Quello leopardiano non è un approdo mistico o religioso: l infinito non rimanda infatti a una dimensione metafisica né allude a un estasi trascendente. Ben diverso è invece lo sguardo posato sul mondo dalla poetessa americana Emily Dickinson (1830-1886), la quale, magnificando le bellezze del creato, si chiede chi sia l artefice di tanta perfezione ( T3, p. 239). La Dickinson tocca un tema fondamentale nell ambito del pensiero poetico: il rapporto con il sacro. La dimensione spirituale affiora spesso nei versi come un vero e proprio bisogno, che tuttavia non è facile appagare. C è chi cerca Dio nella magnificenza del creato e nella perfezione della natura; e chi segue un cammino mistico e si spoglia di ogni desiderio terreno. Esiste un sacro che sorprende chi non lo cerca, e un altro, invece, che si sottrae a chi disperatamente lo invoca. La stessa immagine di Dio può assumere volti diversi: ora mite e misericordioso, ora giusto, inflessibile, perfino tremendo. Tra fede e pessimismo Alcuni poeti trovano riparo dalle angosce interiori e certezze nella fede, anche quando questa è vissuta in modo sofferto e problematico, come accade, per esempio, ad Alessandro Manzoni (1785-1873). Altri, come Eugenio Montale (18961981), non riescono ad appigliarsi ad alcun conforto religioso e dipingono l esistenza umana come un vuoto, un nulla tragico, in cui l unica esperienza certa è il «male di vivere ( T4, p. 244). 230

La luce del futuro - volume B
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Poesia e teatro