L’ARCHITETTURA GRECA

IL TEMPIO

una dimora maestosa per gli dèi

Nell’VIII secolo a.C. fiorisce la civiltà greca, nata dalla fusione di gruppi nomadi (Dori, Eoli e Ioni) e popolazioni locali. Il tempio è l’espressione architettonica più importante di questa nuova civiltà.

Il simbolo dell’arte greca

Gli edifici più rappresentativi dell’arte greca sono i templi, costruzioni concepite come abitazioni terrene per le divinità. Inizialmente realizzati in legno e argilla, a partire dall’VIII secolo a.C. vengono costruiti in pietra, di grandi dimensioni e di diverse tipologie, ma sempre con elementi caratteristici ben definiti.

Ogni tempio è costituito da una stanza centrale, chiamata cella (o naós), dove viene conservata la statua della divinità e a cui ha accesso solo il sacerdote. La cella può presentare anteriormente e posteriormente dei portici (prònao e opistòdomo) e l’intera struttura può essere circondata da un colonnato perimetrale (peristasi). Il tutto poggia su un basamento a gradini.

Sopra le colonne si trova un elemento orizzontale, la trabeazione, costituita da un architrave e un fregio decorato.

Sulla trabeazione poggia la struttura in legno del tetto a doppio spiovente, coperta da coppi e tegole.

Gli spazi verticali triangolari che la copertura forma sui due fronti, chiamati frontoni, racchiudono una superficie (il timpano) e spesso una ricca decorazione scultorea.

Fuori dal tempio, dove si radunano i fedeli, è collocato l’altare.

Ai nostri giorni gli edifici di culto greci appaiono di nuda pietra, ma originariamente erano dipinti con tinte vivaci e contrastanti.

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Le tipologie dei templi

In base alla forma della pianta e alla posizione delle colonne, si distinguono diverse tipologie di tempio.

  • Il tempio in antis è il più semplice, costituito dalla cella preceduta da un prònao con colonne frontali.
  • Nel tempio pròstilo, il prònao è preceduto da una fila di quattro o più colonne.
  • Il tempio anfipròstilo, oltre al prònao, presenta uno spazio porticato nella parte posteriore della cella, detto opistòdomo.
  • Nel tempio perìptero una fila di colonne, detta peristasi, corre lungo tutto il perimetro dell’edificio.
  • Il tempio dìptero presenta una doppia peristasi, cioè una doppia fila di colonne lungo il perimetro.
  • Nel tempio a thólos, molto più raro dei precedenti, la cella ha una pianta circolare con copertura a forma di cono e colonne intorno al perimetro.

La scultura nei frontoni

Gli scultori greci pongono particolare attenzione alla decorazione dei frontoni, nei quali raccontano i miti degli dèi con grande abilità, nonostante la forma triangolare crei non poche difficoltà.

Nel  Frontone del Tempio di Atena Afaia sull’isola di Egina, vicino ad Atene, è rappresentata la guerra di Troia: al centro, si trova la dea Atena in piedi, mentre ai lati ci sono gruppi di figure in lotta fra loro, le cui posizioni ben si adattano alla forma triangolare del frontone.

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Gli ordini architettonici

Gli architetti greci stabiliscono delle regole per fissare le dimensioni e le decorazioni delle varie parti del tempio. L’insieme di queste norme si definisce ordine architettonico e se ne distinguono tre tipologie.

L’ ordine dorico, il cui nome deriva dalla popolazione dei Dori, è il più antico: nasce tra il VII e il VI secolo a.C.

Dall’aspetto massiccio, presenta co­lonne molto robuste, prive di ba­se, con il fusto scanalato e un semplice capitello.

L’architrave è liscio, mentre il fregio è composto dall’alternanza di me­tope, lastre scolpite a rilievo o dipinte, e triglifi, elementi con tre scanalature.

L’ ordine ionico prende il nome dalla popolazione degli Ioni. Nasce tra il VI e il V secolo a.C. ed è più leggero e raffinato rispetto a quello dorico. Le sue colonne sono più alte e slanciate, hanno una base e scanalature più fitte.

Il capitello presenta due volute laterali e l’architrave è suddiviso in tre fasce, mentre il fregio è continuo, cioè senza suddivisioni, ed è decorato da un rilievo.

L’ ordine corinzio (il cui nome deriva dalla città di Corinto) è l’ordine più ricco ed elegante e appare in epoca più tarda (dal V secolo a.C.).

Presenta colonne leggermente più alte di quelle ioniche, dotate di ba­se, con il fusto scanalato e con un alto capitello decorato con foglie di acànto, una pianta tipica del Mediterraneo.

L’architrave e il fregio sono uguali a quelli ionici.

Storie della Storia dell’arte - volume B
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi