L’ASTRATTISMO

VASILIJ KANDINSKIJ

(1866-1944)

colori come note musicali

Kandinskij è un fermo sostenitore del trionfo del colore che, come la musica, tocca le corde più profonde dell’animo umano. La sua è una visione poetica.

UNA VITA IN VIAGGIO

Vasilij Kandinskij nasce a Mosca in una ricca famiglia di commercianti. Presto si trasferisce a Monaco, in Germania, dove studia pittura. Dopo aver viaggiato in tutta Europa, torna in Baviera, per restarvi: qui inizia le sue prime sperimentazioni di arte astratta.

Nel 1911 fonda Der Blaue Reiter e dieci anni più tardi diventa insegnante presso la nuovissima scuola Bauhaus di Weimar (p. 464). Nel 1933, osteggiato dal regime nazista, l’artista emigra a Parigi, dove muore qualche anno dopo.

IL COLORE SPECCHIO DELL’ANIMA

Per Kandinskij la pittura è come la musica: come un’armonia di note, deve suscitare un’emozione in chi la guarda. E le note del pittore altro non sono che le forme e i colori. Lo stesso Kandinskij scrive: «Il colore è il tasto. L’occhio è il martelletto. L’anima è un pianoforte con molte corde. L’artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l’anima». Un dipinto, dunque, non deve imitare la realtà, ma dare libero sfogo all’interiorità dell’artista e comunicare con quella di chi osserva.

Nell’ Improvvisazione n. 26 (Remi), per esempio, chiazze di colore sono interrotte da spesse linee nere in primo piano. Al di là di quello che potrebbe essere riconoscibile (forse remi nelle linee nere?), i colori caldi e freddi si mescolano come le note di un’improvvisazione musicale, creando un’armonia che tocca l’anima.

Storie della Storia dell’arte - volume B
Storie della Storia dell’arte - volume B
Dalle origini a oggi