LEZIONE 26.2 Cavalieri e vassalli nell Europa dei Franchi #leparolevalgono Nobiltà Il termine nobiltà proviene dal latino nobilitas (derivato a sua volta dal verbo latino noscere, conoscere , da cui nobilis, noto, conosciuto ) ed è un classico esempio di parola polisemica, dotata cioè di più significati. La nobiltà può essere intesa come un insieme di tradizioni, usi, parole, immagini e simboli grazie ai quali si definisce l essere nobile, ovvero l appartenenza a un gruppo sociale privilegiato, che si distingue dal resto della popolazione. Questo termine può indicare anche, in senso figurato, l insieme delle doti e dei valori che tradizionalmente era attribuito ai cavalieri, membri dell aristocrazia dediti all esercizio delle armi: il coraggio, la generosità, l eleganza, la signorilità, la difesa dei più deboli. Durante il Medioevo, la società europea era idealmente divisa in tre categorie: gli oratores, coloro che pregavano, cioè il clero; i bellatores, coloro che combattevano, cioè i nobili; e infine i laboratores, coloro che si dedicavano alle altre attività. I nobili erano dunque definiti dalla loro funzione originaria, quella militare, e solo a partire dalla disgregazione dell impero carolingio sommarono a essa altre funzioni: nelle loro terre, i nobili esercitavano infatti anche un potere di governo e giudiziario. Essi, inoltre, godevano di privilegi fiscali, essendo esentati, del tutto o in parte, dal pagamento delle tasse. Un passaggio fondamentale sarà poi, a partire dall XI secolo, la tra- sformazione del beneficium, il territorio con annesso titolo concesso temporaneamente dal sovrano, in feudo, cioè in un possedimento stabile e trasmissibile agli eredi. Durante l età moderna, la distinzione tra oratores, bellatores e laboratores fu alla base della tripartizione della società. La Francia del XVIII secolo, per esempio, era suddivisa in Primo Stato (clero), Secondo Stato (nobiltà) e Terzo Stato (il resto della popolazione). Il mondo nobiliare divenne sempre più complesso, con la nobiltà tradizionale di origine medievale, anche detta nobiltà di sangue o di spada, che venne affiancata sia dalla cosiddetta nobiltà di toga, da coloro cioè che provenivano da una carriera giuridica e si garantivano un potere e un autorevolezza tali da essere equiparati alla nobiltà tradizionale, sia dai nuovi nobili, ovvero tutti coloro che compravano un titolo nobiliare per garantirsi i privilegi a esso collegati. Alla nobiltà feudale, molto forte nelle campagne e nelle province dei regni, si affiancò inoltre la nobiltà cittadina, il cosiddetto patriziato urbano. I privilegi della nobiltà furono per la prima volta messi in discussione con la Rivoluzione francese del 1789, ma sono rimasti ancora in vigore a lungo in molte zone d Europa. In Italia, solo con la Costituzione del 1948 è stato tolto ogni riconoscimento giuridico ai titoli nobiliari. Il potere dalla terra I re merovingi che si succedettero sul trono riuscirono in alcuni casi a ricomporre temporaneamente la divisione tra i due principali regni, ma il loro potere rimase sottoposto all influenza dei grandi proprietari terrieri ai quali appartenevano anche le gerarchie ecclesiastiche , in grado di intervenire nelle scelte politiche dei re e di deporli nel caso in cui non garantissero i loro interessi. Questa influenza era una diretta conseguenza delle caratteristiche della società franca: nell assenza quasi totale di scambi commerciali, la ricchezza dei nobili dipendeva esclusivamente dal possesso della terra, che assicurava la produzione delle risorse alimentari e la disponibilità di uomini da impiegare come soldati in guerra. Il potere della stessa monarchia era fondato sull espansione dei patrimoni terrieri attuata con la conquista di nuovi territori, poiché per ottenere il sostegno politico e la fedeltà della nobiltà guerriera i re erano costretti a continue donazioni di terre. Questa consuetudine determinò però un grave indebolimento del potere regio, dal momento che i proprietari terrieri finirono per accumulare una ricchezza fondiaria superiore a quella dei sovrani. L ascesa dei Pipinidi Il riconoscimento politico del ruolo della nobiltà avvenne alla fine del VII secolo. I re divennero sempre più figure di rappresentanza, prive di autorità politica effettiva, e il potere passò gradualmente nelle mani dei maestri di palazzo, ossia di nobili che esercitavano direttamente le attività di governo nella veste di ministri del re. Nel regno orientale di Austrasia, durante la seconda metà del VII secolo, la carica di maestro di palazzo fu sempre assegnata a membri della dinastia dei Pipinidi, il cui capostipite era stato un ricco proprietario terriero, Pipino il Vecchio. Il loro ruolo crebbe pro- 367
Tempo, spazio, storia - volume 2
Da Roma imperiale all'anno Mille