Tempo, spazio, storia - volume 2

LEZIONE 22.3 L espansione territoriale islamica Un guerriero musulmano in un manoscritto arabo del XIII secolo. Imposizione fiscale: l insieme dei tributi che i cittadini devono pagare allo Stato. Le gerarchie sociali Identità etnica: si riferisce a persone che appartengono alla stessa etnia, che condividono, cioè, lingua, tradizioni e fede religiosa. Sovvenzione pubblica: sostegno economico erogato dallo Stato. a fare in punto di morte attraverso il jihad, la guerra santa da combattere contro gli infedeli. L ideale del jihad determinava tra l altro la straordinaria combattività dei guerrieri arabi, ai quali erano promesse le gioie del paradiso se fossero morti per diffondere il culto di Allah. Le difficili condizioni di vita dei beduini rendevano preferibile una morte gloriosa, con la prospettiva di una felice esistenza ultraterrena, alla fatica quotidiana nel deserto; secondo questa concezione i guerrieri islamici non avevano nulla da perdere nel rischiare la vita in battaglia, e quindi combattevano con un entusiasmo che era invece assente negli eserciti nemici, composti prevalentemente da mercenari. Le vittorie degli Arabi furono senza dubbio favorite anche dalla debolezza degli avversari, ma ancor più importante nel determinare il successo islamico fu l atteggiamento che gli Arabi tennero nei confronti delle popolazioni sottomesse. I sudditi dei grandi imperi erano ridotti in miseria dal peso dell imposizione fiscale, necessaria per mantenere gli eserciti e gli apparati burocratici e per finanziare le continue guerre di frontiera. Di conseguenza, le popolazioni dei territori conquistati non opposero praticamente alcuna resistenza all arrivo degli invasori, sperando al contrario che i musulmani potessero alleviare la loro condizione di sudditanza, cioè di completa sottomissione. Gran parte della popolazione contadina e dei ceti meno abbienti dei territori occupati si convertì rapidamente. L adesione all islam era del resto favorita dalla relativa semplicità della nuova religione, che non prevedeva dogmi né intermediari tra dio e i fedeli. Gli Arabi, dal canto loro, concessero ampie libertà ai popoli sottomessi, considerati precursori dell islam. I cristiani e gli ebrei, per esempio, poterono continuare a professare la propria religione in cambio del pagamento di una speciale tassa, dalla quale erano invece esentati coloro che si convertivano all islam. Senza queste concessioni, difficilmente gli Arabi sarebbero riusciti a tenere sotto controllo tutti i territori che avevano saputo conquistare. L atteggiamento tollerante nei confronti delle popolazioni sottomesse non si esplicò soltanto in ambito religioso. Gli occupanti evitarono anche di espropriare i possidenti locali, lasciando loro le proprietà terriere in cambio del versamento di un tributo. La gerarchia sociale vigente nelle terre conquistate fu modellata in buona parte sull identità etnica della popolazione. Al vertice della società vi erano i funzionari di governo (ufficiali dell esercito, amministratori statali, giudici) di origine araba. Artigiani e commercianti formavano la classe intermedia, mentre la maggior parte della popolazione era costituita dai contadini di etnia locale. Alla base della piramide sociale vi erano infine i nullatenenti, che sopravvivevano grazie a lavori occasionali e alle sovvenzioni pubbliche, e gli schiavi, prigionieri di guerra o individui rapiti sulle coste mediterranee dai pirati arabi. Gli schiavi costituirono a lungo un bacino di manodopera gratuita molto importante per l economia dell impero. I diritti politici (tra cui la possibilità di entrare a far parte dell amministrazione statale) erano riservati agli Arabi, mentre i musulmani di origine non araba godevano soltanto dei diritti civili. Totalmente privi di diritti erano invece gli schiavi e i sudditi non convertiti. 253

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Tempo, spazio, storia - volume 2
Da Roma imperiale all'anno Mille