STORIA & ARTE - I “barbari” alle frontiere

LEZIONE 18.2 Le riforme di Diocleziano STORIA ARTE I barbari alle frontiere La drammaticità della crisi dell impero, aggravata dalle continue guerre e dalle epidemie che precedettero l ascesa al trono di Diocleziano, è descritta in modo eloquente nel rilievo marmoreo di questo monumento sepolcrale della metà del III secolo d.C., il Sarcofago Ludovisi, oggi conservato al Museo nazionale di palazzo Altemps, a Roma. L opera raffigura una cruenta battaglia tra cavalieri romani e guerrieri germanici, con effetti di notevole enfasi e di coinvolgimento emotivo resi attraverso l intreccio dei corpi e con l uso del chiaroscuro. In questo groviglio di figure, attira l attenzione dell osservatore il personaggio situato al centro con il braccio alzato: raffigura probabilmente Ostiliano, figlio di Decio (249-251), uno degli imperatori del periodo dell anarchia militare, qui descritto nelle vesti di vincitore dei barbari . Il Sarcofago Ludovisi, conservato al Museo nazionale romano. Un impero più sicuro e più stabile Il sistema della tetrarchìa avvicinava la capitale di ogni prefettura alle frontiere, rispondendo all esigenza di controllo diretto dei confini e permettendo a ogni tetrarca di comandare più efficacemente le legioni stanziate nelle proprie province. La frammentazione dell autorità imperiale era inoltre utile a garantire la stabilità istituzionale, limitando le ambizioni di potere dei comandanti militari. A questo obiettivo rispondeva anche l importante riforma dell esercito. Diocleziano aumentò il numero complessivo dei soldati (arruolando tra l altro nelle file dell esercito i Germani), organizzandoli però in legioni più ristrette, in modo tale che i generali non potessero disporre di masse di manovra tanto ampie da mettere in pericolo la stabilità del potere imperiale. L esercito fu inoltre diviso in due settori: quello dei limitanei (da limes, confine ), soldaticontadini che risiedevano su fondi in loro possesso, ed erano quindi stanziati a difesa dei confini; e quello dei comitatenses, le truppe scelte destinate a seguire l imperatore o a intervenire nei luoghi in cui fosse richiesto. La tetrarchìa comportava infine un ulteriore vantaggio: la continuità istituzionale nel momento della successione al potere. Riprendendo infatti la consuetudine della successione per adozione in uso nel II secolo, i due Augusti nominavano i Cesari che sarebbero loro succeduti (e che avrebbero a loro volta nominato i nuovi Cesari). Questo avvicendamento controllato e pianificato avrebbe dovuto garantire la continuità di governo, eliminando i rischi di congiure e di lotte per la conquista del potere. Le diocesi e le nuove province Le riforme contribuirono alla ripresa e al consolidamento politico dell organismo imperiale anche attraverso l introduzione di una nuova suddivisione amministrativa, che sostituì le antiche province con dodici circoscrizioni più piccole, le diocesi, governate da funzionari imperiali, i vicàri, scelti tra i membri dell ordine equestre. A loro volta le diocesi furono divise in un centinaio di nuove province di estensione molto ridotta. Anche questo provvedimento mirava a impedire che i governatori locali potessero acquisire un potere eccessivo, in grado di compromettere la solidità delle istituzioni. Per lo stesso motivo, nelle nuove province le cariche civili vennero nettamente separate da quelle militari e assegnate a funzionari diversi. Diocesi: dal greco dioikesis, amministrazione , il termine indica un distretto amministrativo; nell ambito della Chiesa cattolica, è il territorio affidato alla guida spirituale di un vescovo. 113

Tempo, spazio, storia - volume 2
Tempo, spazio, storia - volume 2
Da Roma imperiale all'anno Mille