L’ORA DI GEOGRAFIA - L’URBANIZZAZIONE

L’ORA DI GEOGRAFIA

L’urbanizzazione

GEOGRAFIA umana

La popolazione urbana

Nel 2010 si è raggiunto quello che molti ritengono un punto di svolta nella storia dell’umanità: le persone residenti nei centri urbani hanno superato in numero quelle residenti nelle zone rurali, dando inizio al cosiddetto “millennio urbano”. La quantità di individui che abitano in città, in rapporto alla popolazione totale, è espressa dal tasso di urbanizzazione, che indica la percentuale degli abitanti di una determinata area o Paese che risiedono nei centri urbani. Nel 2010, quindi, il tasso di urbanizzazione del mondo ha superato il 50%. Si tratta ovviamente di valori medi, poiché i tassi dei diversi Paesi variano molto tra loro: si va dal 100% delle città-Stato come Singapore e il Principato di Monaco (dove praticamente l’intero territorio del Paese è occupato da un centro urbano), al 24,5% dell’Afghanistan, o addirittura all’11,8% del Burundi. Il tasso di urbanizzazione di un Paese può essere un indicatore del suo grado di sviluppo economico: i Paesi del Nord America e dell’Europa, per esempio, hanno di solito un tasso di urbanizzazione più alto di quello dei Paesi africani. Questo dato tuttavia è influenzato anche dalla geografia fisica di un territorio, come la presenza di ambienti sfavorevoli agli insediamenti, quali per esempio i deserti.

I numeri e i perché dell’urbanizzazione

Nell’ultimo secolo, l’entità del processo di urbanizzazione, cioè la nascita di nuovi centri urbani e l’espansione di quelli già esistenti, è stata impressionante. Nel 1900 solo il 13% della popolazione mondiale abitava in città; nel 1950 il tasso di urbanizzazione globale era già al 29%, e nel 2015 ha raggiunto il 53,5%. I principali attori di questa “esplosione” sono stati i Paesi in via di sviluppo, soprattutto quelli asiatici, africani e dell’America Latina. I Paesi avanzati, in Europa e Nord America, avevano infatti già raggiunto tassi di urbanizzazione elevati durante il XIX secolo in seguito alla rivoluzione industriale e al conseguente “esodo rurale”; nei Paesi meno sviluppati è iniziato un fenomeno analogo, ma di proporzioni maggiori, a partire dal XX secolo, con lo spostamento di milioni di persone dalle campagne alle città. Come mostra il grafico, la popolazione europea residente nei centri urbani è passata dal 51% del 1950 al 73% del 2010, mentre quella asiatica è quasi triplicata, dal 16 al 45%. Ma perché così tante persone decidono di trasferirsi nei centri urbani? Le ragioni sono simili a quelle che hanno causato l’esodo rurale europeo dei secoli scorsi: la scarsità di lavoro nelle campagne, dovuta alla meccanizzazione delle attività agricole e attualmente al forte aumento della popolazione mondiale, a cui si aggiunge l’aspirazione a migliorare le proprie condizioni di vita e ad accedere alle opportunità occupazionali e ai servizi superiori offerti dalle città, come educazione e sanità. Ancora più di quanto avvenne nell’Europa della rivoluzione industriale, i mezzi di comunicazione contribuiscono a creare un’immagine diffusa della grande città come terra delle opportunità, ritraendo lo stile di vita cittadino come più appagante di quello rurale. Altre volte, l’esodo verso la città muove da esigenze drammatiche, per esempio guerre, carestie o catastrofi naturali, come nel caso dei milioni di persone che si ammassano nelle metropoli africane.

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Urbanizzazione ed espansione economica

La vertiginosa urbanizzazione avvenuta negli ultimi decenni ha portato grandi vantaggi in molti Paesi. In Cina, per esempio, lo spostamento di grandi masse di contadini dalle campagne alle città ha comportato una grandissima disponibilità di manodopera a basso costo, che è stata impiegata nelle industrie. La grande espansione industriale che ne è seguita (ed è ancora in corso) in pochi decenni ha reso la Cina una delle maggiori potenze industriali del mondo. Una situazione simile si è verificata in India. Parte dei “nuovi cittadini” e i loro figli hanno così potuto usufruire dei servizi offerti dalle città (le università cinesi e indiane, per esempio, sono quelle da cui esce ogni anno il maggior numero di laureati al mondo).

I problemi dell’urbanizzazione

Purtroppo solo una parte di coloro che si trasferiscono in città riesce a realizzare le proprie aspirazioni. Per quanto le città siano in espansione, semplicemente non c’è lavoro per tutti, e una percentuale elevata di quelli che trovano un impiego vengono sfruttati. Di fronte a un insuccesso, molti preferiscono non tornare nei luoghi di provenienza e vanno ad aggiungersi ai poveri e agli emarginati che abitano nelle periferie, spesso in quartieri degradati, fino al caso limite delle baraccopoli. Nelle grandi aree urbane dei Paesi in via di sviluppo, la presenza di un gran numero di poveri ed emarginati ha determinato un forte aumento della criminalità, problema particolarmente grave nelle grandi metropoli dell’America Latina. L’espansione urbana e industriale, spesso incontrollata, ha poi causato gravi problemi ambientali, soprattutto per quanto riguarda l’inquinamento e la gestione dei rifiuti. In molte aree urbane cinesi, per esempio, l’inquinamento atmosferico ha raggiunto livelli tali da indurre le autorità a sconsigliare agli abitanti di uscire di casa senza mascherine di protezione nelle giornate in cui si registrano le maggiori concentrazioni di polveri e particolato nell’aria.

GUIDA ALLO STUDIO
  • Quale punto di svolta è stato raggiunto nella storia dell’umanità nel 2010?
  • Che cosa indica il tasso di urbanizzazione di un Paese?
  • Quali sono i motivi che spingono le persone a trasferirsi nei centri urbani?
  • In quali Paesi l’aumento del tasso di urbanizzazione è stato più forte nel corso degli ultimi cento anni?
  • Quali vantaggi ha portato in Cina e in India l’urbanizzazione degli ultimi decenni?
  • Quali sono i problemi generati dall’urbanizzazione?

Tempo, spazio, storia - volume 1
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Dalla Preistoria alla crisi di Roma repubblicana