Homo habilis: la prima specie umana
Gli scienziati hanno denominato la prima specie umana Homo habilis (dal latino habeo, “sono capace”), perché era in grado di realizzare rudimentali strumenti di pietra, i cosiddetti ▶ chopper, pietre scheggiate e quindi taglienti ottenute colpendo tra loro alcuni ciottoli. Nonostante recenti scoperte abbiano dimostrato che l’australopiteco faceva uso di utensili già 1 milione di anni prima della comparsa dell’Homo habilis, la distinzione tra le due specie resta valida per motivi anatomici, per esempio per la differente dimensione del cranio. Con questi strumenti, gli esseri umani potevano spezzare o raschiare il legno e altri materiali o staccare con facilità la carne dalle carcasse degli animali. Gli studiosi hanno infatti ipotizzato che la dieta dell’Homo habilis fosse costituita in rilevante quantità da carne, ricca di proteine e calorie; questo spiegherebbe come questa specie abbia progressivamente sviluppato cervelli di dimensioni più grandi, che richiedevano un apporto energetico maggiore. L’espansione dei primi gruppi di Homo habilis era però ancora strettamente legata alle risorse presenti nell’ambiente: quando un territorio era stato sfruttato oltre misura e non era più in grado di fornire cibo sufficiente, il gruppo doveva spostarsi in cerca di condizioni migliori. Si trattava pur sempre di una specie che si nutriva di carogne o carcasse, frutta e forse tuberi, quindi non ancora dedita a caccia e raccolta. Questo stile di vita, basato sulla periodica migrazione delle comunità umane, è definito nomadismo.