Gran parte delle nostre conoscenze sulla civiltà etrusca è giunta fino a noi grazie alle tombe, costruite fuori dalle mura dei centri urbani, nelle aree chiamate necròpoli (dal greco nekrós, “defunto”, e pólis, “città”).
Le tombe erano perlopiù a forma di tumulo, con una struttura architettonica simile alle thóloi della civiltà micenea che testimonia un’influenza culturale orientale. Al loro interno sono stati ritrovati numerosi manufatti e affreschi che hanno permesso di ricostruire importanti aspetti della società e della vita quotidiana degli Etruschi. Le raffigurazioni riproducono scene di banchetti e di gare sportive, come se il defunto continuasse a vivere anche dopo la morte, in accordo con la credenza della sopravvivenza delle anime.
Dagli affreschi più antichi emerge una concezione gioiosa della vita ultraterrena; le tombe risalenti all’epoca della decadenza etrusca mostrano invece scene più cupe e inquietanti, con immagini di esseri mostruosi, segno di un clima di incertezza politica ed esistenziale diffuso.