3.4 DALL’ANTICO AL NUOVO REGNO

LEZIONE 3.4 – Dall’Antico al Nuovo Regno

La lunga storia della civiltà egizia è tradizionalmente suddivisa dagli storici in tre periodi principali: l’Antico Regno (2600-2150 a.C. circa), il Medio Regno (2050-1780 a.C. circa) e il Nuovo Regno (1550-1070 a.C. circa). A conclusione del primo e del secondo periodo seguirono fasi di crisi sociale e politica, definite genericamente periodi intermedi e caratterizzate dall’indebolimento del potere dei faraoni.

Le prime dinastie

Il potere centrale dei faraoni si mantenne saldo durante tutto l’Antico Regno. La capitale era Menfi, nel basso Egitto, ma l’influenza dei faraoni si estese anche verso sud, attraverso l’espansione territoriale nelle regioni della Nùbia (appartenenti all’attuale Sudan).

Il dispendio di risorse economiche richiesto dalla politica dei faraoni delle prime dinastie poteva essere sostenuto soltanto finché abbondanti raccolti avessero garantito la prosperità del regno. Lo dimostra il fatto che la siccità e le conseguenti carestie verificatesi intorno al 2200 a.C. provocarono la crisi dell’Antico Regno e la sua frammentazione in numerosi piccoli Stati, sotto la guida dei sacerdoti locali. Iniziò così una fase di instabilità politica, caratterizzata dall’assenza di un potere centrale, che la storiografia ha definito primo periodo intermedio.

Dai conflitti interni che seguirono la crisi emerse una nuova dinastia, originaria di Tebe (alto Egitto), che riunificò sotto il suo comando tutta la valle del Nilo e diede avvio al periodo noto come Medio Regno. Per garantire l’approvvigionamento delle risorse economiche necessarie al funzionamento dell’apparato statale – cresciuto al punto che la produzione agricola non era più in grado di mantenerlo – i faraoni tebani promossero, da un lato, la bonifica del territorio del Fayyum, che aumentò la disponibilità di terre coltivabili; dall’altro, una nuova politica di espansione territoriale verso la Nubia (ricca di oro e legname) e la Siria (dove imposero pesanti tributi alle popolazioni locali ridotte in schiavitù).

IL LUOGO – Educazione civica

Tebe, l’antica capitale

La città di Tebe sorgeva a circa 800 km a sud del delta del Nilo. Ricca di giacimenti minerari e al centro di movimentate rotte commerciali, Tebe era anche un importante centro di culto, dove il dio Amon, protettore della regalità egizia, godette di grande devozione. Si ritiene che tra il 2000 e il 900 a.C. sia stata tra le più grandi città del mondo antico, la cui fama e prestigio crebbero nel tempo. Nel corso dell’Antico Regno (2600-2150 a.C.), i suoi governanti, prevalendo sui re di Menfi, unificarono il regno. Tebe divenne il centro più importante e la capitale di fatto nel corso del Medio Regno (2050-1780 a.C.), mentre la capitale ufficiale pare fosse Ity Tawy, nella regione del Fayyum. Nel Nuovo Regno (1550-1070 a.C.), Tebe tornò capitale a tutti gli effetti. Fu durante quest’ultimo periodo che l’espansione del potere egizio raggiunse la sua massima dimensione, ormai propria di un impero. Il periodo del Nuovo Regno fu scandito dal governo di tre dinastie, dalla XVIII alla XX, e vide una ciclica oscillazione della bilancia politica tra il potere regale dei faraoni e quello del clero di Tebe che, guidato dal Primo profeta di Amon, mirava a impossessarsi del controllo del governo.

Tra il 1479 e il 1426 a.C., sotto Thutmose III, esponente della XVIII dinastia, il regno aveva raggiunto la sua massima espansione territoriale, ma il potere clericale si accrebbe enormemente, sia in termini politici, sia in termini economici, al punto che Tebe divenne uno Stato nello Stato. Durante la XX dinastia i faraoni non furono in grado di contrastare la forza del clero di Tebe e l’Egitto fu diviso tra l’esercizio del potere del re sul basso Egitto, e quello del clero tebano sull’alto Egitto.


Fino a noi

I resti di Tebe, inclusi nel Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 1979, testimoniano lo splendore di un sito che sorgeva sulle sponde del Nilo: nell’area che attualmente comprende le città di Karnak e Luxor, dell’antica capitale restano oggi la necropoli (nella quale spiccano la valle dei re e la valle delle regine) e numerosi e imponenti edifici, su tutti il Tempio di Luxor e il Grande tempio di Amon, o Tempio di Karnak.

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Stranieri da est: gli Hyksos

La prosperità del regno egizio costituiva una grande attrazione per le popolazioni nomadi che vivevano ai suoi confini: già dagli inizi del II millennio a.C. alcune tribù di pastori nomadi di origine semitica, provenienti dalla Palestina, si erano gradualmente infiltrate con le loro greggi nei territori egizi, in cerca di aree più ricche di vegetazione. Fino a quando il potere dei faraoni tebani si mantenne saldo, queste tribù vissero ai margini della ricca società egizia. La situazione cambiò con la crisi del Medio Regno e l’inizio del cosiddetto secondo periodo intermedio. Intorno al 1650 a.C., infatti, i capi nomadi, chiamati dagli Egizi heka-khesut (“re stranieri”), da cui derivò in lingua greca il termine Hyksos, approfittarono dell’indebolimento del potere centrale e dei disordini sociali che seguirono per sottomettere il Nord dell’Egitto.

Il successo militare degli Hyksos fu in buona parte dovuto alle conoscenze che avevano appreso dalle popolazioni del Vicino Oriente: in particolare le tecniche per costruire armi in bronzo e l’uso dei cavalli per il traino dei carri da guerra.

IL PERSONAGGIO 

Una donna per faraone, Hatshepsut

La regina Hatshepsut (1513/1507-1458 a.C.) dovette lottare strenuamente prima di ascendere al trono ed entrare in possesso del proprio diritto al governo. Alla morte di suo padre, Thutmose I, benché il trono le spettasse legittimamente, Hatshepsut dovette accettare il ruolo di Grande sposa reale del nuovo faraone, il fratellastro Thutmose II che, di salute cagionevole, morì in breve tempo lasciando il trono al piccolo Thutmose III, il figlio che aveva avuto da una sposa secondaria. Hatshepsut assunse la reggenza del regno deponendo i suoi avversari e, avvalendosi del sostegno di scaltri dignitari di corte, rivendicò il suo legittimo esercizio del potere.

La sovrana rafforzò la propria immagine attraverso la ricostruzione mitica delle sue origini: le pareti dell’edificio di Deir el-Bahari, tempio funerario dedicato al dio Amon, espongono una ricca iconografia che Hatshepsut fece realizzare per testimoniare la sua natura divina. Il tempio di Deir el-Bahari, sulla riva occidentale del Nilo, è una delle numerose, imponenti e inarrivabili opere architettoniche edificate per volere della sovrana nell’alto e nel basso Egitto. Hatshepsut commissionò anche la realizzazione di un’enorme quantità di statue attualmente visitabili nei maggiori musei di antichità egizia: il Metropolitan Museum of Art di New York espone in un’unica Hatshepsut Room una raccolta di reperti legati alla sua figura. La sovrana eresse inoltre due obelischi gemelli, posizionati all’ingresso del tempio di Karnak: i visitatori possono ancora ammirarne uno, il secondo più alto del mondo (29,26 metri).

La reggenza di Hatshepsut, durata oltre vent’anni (1479-1458 a.C.), si interruppe con la morte naturale della sovrana, causata probabilmente da molteplici problemi di salute. Sotto il suo successore, Thutmose III, l’Egitto avrebbe raggiunto la sua massima estensione territoriale.

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La rinascita dell’Egitto

Gli Hyksos erano riusciti a imporre il proprio dominio soprattutto a causa della debolezza momentanea del potere centrale egizio. Infatti, non appena una nuova dinastia tebana prese il sopravvento, l’Egitto fu riunificato ancora, questa volta sotto il controllo delle dinastie del Nuovo Regno.

I nuovi faraoni, tra i quali i più noti sono Tutankhamon e Ramses II, utilizzarono le innovazioni tecnologiche diffuse dagli Hyksos, come i veloci carri da guerra, per conquistare nuovi territori in Libia, Palestina e nel Nord della Siria. In quest’ultima campagna militare, tuttavia, la loro espansione fu bloccata a più riprese, soprattutto nella battaglia di Qadesh (1275 a.C.) da una nuova potenza proveniente dal Vicino Oriente: l’impero ittita.

IL PERSONAGGIO 

Ramses II

Figlio del faraone Seti I ed erede di una tradizione familiare solida in campo militare, Ramses II era giovanissimo quando ascese al potere: il suo regno, lungo sessantasette anni (tra il 1279 e il 1212 a.C.), coincise con una stagione di gloria e prosperità per l’Egitto. Egli elesse il delta del Nilo come sede della sua dimora, la capitale Pi-Ramses.

Fin dal principio, il suo regno fu insidiato dalla potenza del popolo ittita che, in fase di espansione, dall’Asia Minore intendeva controllare le vie commerciali tra la Mesopotamia e l’Egitto. La guerra tra i due rivali si prolungò per vent’anni, con vicende alterne. Lo scontro militare più celebre di quel conflitto, combattuto a Qadesh, nell’attuale Siria, nel 1275 a.C., fu raccontato in maniera opposta dalle due parti e, a distanza di oltre tremila anni, non sappiamo con certezza chi effettivamente lo vinse. Egizi e Ittiti siglarono la pace dopo vent’anni di conflitto, producendo un testo, pervenuto quasi integro fino a noi, che fu compilato sia nei caratteri ▶ geroglifici, sia in quelli cuneiformi. Successivamente, i due popoli strinsero un’alleanza politica suggellata dal matrimonio tra il faraone e due principesse ittite.

A sud, Ramses si impossessò dei giacimenti auriferi della Nubia e in questa colonia innalzò sei templi, fra cui quello di Abu Simbel, oggi una delle più frequentate mete turistiche dell’Egitto.

Sembra che Ramses, nel corso della sua lunga vita, abbia messo al mondo più di cento figli, avuti dalle sue Grandi spose reali, da spose minori e amanti. È molto ricca la narrativa che rende misteriosa e magnetica la sua biografia: non vi sono prove della sua relazione incestuosa con la figlia di secondo letto, Bintanath (era prassi comune, per i faraoni, sposare le proprie parenti più prossime, ma nella maggior parte dei casi si trattava di matrimoni dal significato cerimoniale e simbolico); né della responsabilità che il Libro dell’Esodo gli attribuisce nelle vicende che riguardano Mosè.

Morto all’età di novant’anni, Ramses II è noto anche per la sua longevità, caratteristica straordinaria per gli uomini del suo tempo. La sua mummia, dapprima composta nella Valle dei re, poi occultata in un nascondiglio scoperto nel 1881, è ora conservata al Museo egizio del Cairo. Il suo carisma si riflette ancora nel paesaggio culturale, testimone dell’imponenza del suo operato con colossi, templi e opere architettoniche a lui dedicate, eccezionali per dimensioni e per prestigio storico.

Un nuovo culto per riunire il regno

Verso la fine del Nuovo Regno, il faraone Amenhotep IV (1353-1335 a.C.) aveva tentato di imporre in tutto l’Egitto il culto di un’unica divinità: Aton, il dio Sole. Egli cambiò addirittura il proprio nome in Akhenaton, che ha il significato di “gioia” o “spirito di Aton”. Il suo tentativo non si limitava soltanto all’aspetto religioso: con il passaggio dalla religione ▶ politeistica tradizionale a una sorta di culto monoteistico, rivolto cioè a un’unica divinità, il faraone cercava di ricondurre lo Stato sotto un unico potere centrale, poiché le tendenze autonomistiche della classe sacerdotale ne minavano la compattezza politica e sociale.

Il suo tentativo si inquadrava in un più vasto orientamento culturale che in quello stesso periodo si stava affermando anche in altre zone del Vicino Oriente, in particolare in Palestina, dove era nata la religione monoteistica ebraica. La fede in un unico dio è comunemente considerata una caratteristica propria degli Ebrei, sebbene le testimonianze storiche e archeologiche dimostrino che in origine anche presso le loro tribù erano diffusi culti politeistici (la Bibbia conferma indirettamente questa ipotesi nei numerosi passi in cui Dio ammonisce il “popolo eletto” a non venerare altre divinità). La nascita del monoteismo ebraico, secondo alcune ipotesi, potrebbe risalire proprio alla riforma religiosa tentata dal faraone Akhenaton in Egitto: la fuga degli Ebrei verso la Palestina, narrata nella Bibbia, sembra infatti coincidere con la persecuzione che i successori di Akhenaton attuarono nei confronti dei seguaci della nuova religione.

Le riforme introdotte da Akhenaton non sopravvissero alla sua morte: i suoi successori ripristinarono la religione politeistica tradizionale, e nei decenni successivi le tendenze autonomistiche promosse dai sacerdoti attraverso i culti locali minarono ulteriormente la compattezza politica del regno.

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L’Egitto verso la decadenza

Intorno al 1200 a.C., tutti i territori che si affacciavano sulle coste del Mediterraneo subirono le scorrerie e le invasioni dei cosiddetti popoli del mare. L’Egitto, già indebolito da divisioni interne, fu colpito da una grave crisi economica e politica; i faraoni persero il controllo su tutti i territori stranieri che avevano occupato e i regni si frammentarono di nuovo in piccoli staterelli locali, che furono facilmente sottomessi nel corso del I millennio a.C. da varie popolazioni straniere.

Le dominazioni straniere

La crisi del regno egizio fu amplificata dalle trasformazioni economiche e politiche che sconvolsero gli equilibri del Vicino Oriente nei secoli successivi. Il potere dell’amministrazione statale non era più in grado di controllare i commerci di lunga distanza e il regno dipendeva sempre più dai mercanti stranieri per l’approvvigionamento delle materie prime.

Nel 671 a.C. l’Egitto cadde sotto la dominazione assira e, dopo la breve riunificazione realizzata dal faraone Psammetico I (657 a.C.) e da suo figlio Neco II, fu assoggettato dai Persiani nel 525 a.C. Nei secoli successivi avrebbe poi conosciuto la conquista di Alessandro Magno, nel 332 a.C., e il dominio della dinastia macedone dei Tolomei, fino alla definitiva conquista da parte dei Romani (30 a.C.).

La storia millenaria degli Egizi divenne patrimonio dei conquistatori, che contribuirono a diffonderne le conoscenze culturali e tecnologiche.

IN SINTESI

L’evoluzione storica dell’antico Egitto

  • 2600-2150 a.C. circa • Antico Regno
  • 2200 a.C. circa • primo periodo intermedio, rivolta dei sacerdoti
  • 2050-1780 a.C. circa • Medio Regno
  • 1650 a.C. circa • secondo periodo intermedio, Hyksos dalla Palestina
  • 1550-1070 a.C. circa • Nuovo Regno
  • 1200 a.C. circa • invasione dei popoli del mare
  • 671-655 a.C. • dominazione assira
  • 525-332 a.C. • dominazione persiana
  • 332 a.C. • conquista di Alessandro Magno
  • 323-30 a.C. • dominazione dei Tolomei
  • 30 a.C. • conquista romana

GUIDA ALLO STUDIO
  • In quali periodi viene tradizionalmente suddivisa la storia dell’antico Egitto?
  • Che tipo di politica promossero le prime dinastie?
  • Chi erano gli Hyksos? Quale ruolo svolsero nelle vicende dell’antico Egitto?
  • Quali riforme introdusse il faraone Amenhotep IV?
  • Quali fattori portarono alla decadenza della civiltà egizia?
  • Sotto quali dominazioni straniere cadde l’Egitto a partire dal 671 a.C.?

Tempo, spazio, storia - volume 1
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Dalla Preistoria alla crisi di Roma repubblicana