6. I grandi gruppi industriali, il ruolo dello Stato e le

6 I grandi gruppi industriali, il ruolo dello Stato e le banche NASCONO GRANDI GRUPPI ECONOMICI Le industrie trainanti della Seconda rivoluzione industriale, in particolare quelle chimiche, elettriche e dell acciaio, richiedevano per essere avviate notevoli capitali, che i singoli imprenditori non possedevano. Molte imprese piccole e medie scomparvero così dal mercato. In diversi casi le industrie che agivano nello stesso settore produttivo si fusero fra loro allo scopo di ridurre i costi, di battere la concorrenza e di stabilire i prezzi di vendita. Si formarono così grandi gruppi economici, i cosiddetti trust, che arrivarono a dominare interi settori, creando una situazione di monopolio. Negli Stati Uniti alla fine dell Ottocento, per esempio, la Standard Oil controllava la quasi totalità della produzione di petrolio. Nel 1890 il governo americano cercò di introdurre delle leggi antimonopolio, imitato anche da altri paesi, ma quasi sempre con scarsi risultati. L ADOZIONE DEL PROTEZIONISMO La Seconda rivoluzione industriale portò gli Stati a cambiare le loro politiche economiche. Durante la Prima rivoluzione industriale la Gran Bretagna aveva adottato un atteggiamento liberista, basato cioè sulla libera circolazione delle merci fra le nazioni. Nella seconda metà dell Ottocento, invece, con la comparsa di nuove potenze industriali e un più ampio intervento dello Stato nell economia, il liberismo fu progressivamente sostituito dal protezionismo. Fra il 1879 e il 1892 i governi di Germania, Russia, Italia, Stati Uniti e Francia introdussero dazi doganali sull importazione di prodotti da altri paesi, allo scopo di proteggere la produzione nazionale. Questa politica economica veniva incontro sia agli interessi degli industriali sia a quelli degli agricoltori, che erano stati colpiti dalla concorrenza del grano estero durante la Lunga depressione . In questa vignetta americana il monopolio dei grandi gruppi economici è raffigurato come una bestia con tante teste che mangia molto ma produce pochissimo latte, cioè non porta benefici all economia degli Stati Uniti (qui rappresentati dalla figura dello zio Sam, a destra). monopolio: situazione in cui una sola impresa produce e vende un determinato bene, senza altre imprese concorrenti; può perciò decidere sia il prezzo di vendita sia la quantità di beni offerta. dazi doganali: tasse imposte dallo Stato sui beni e sui prodotti importati da altri Stati. la parola Il liberismo è una dottrina economica che si è affermata nella prima metà dell Ottocento in Inghilterra, dove era nata la Prima rivoluzione industriale. Si basa sulle teorie dell economista britannico Adam Smith (1723-90), secondo il quale una delle condizioni irrinunciabili del progresso è la libertà. Egli era convinto che la singola impresa, cercando di realizzare il proprio profitto, realizzi indirettamente anche il bene della collettività; quindi deve essere lasciata libera di agire e gli interventi statali devono essere ridotti al minimo. I pilastri del liberismo sono la libera 32 UNIT 1 Il mondo tra Ottocento e Novecento concorrenza fra gli imprenditori, l abolizione dei dazi doganali e il libero scambio fra le nazioni. Dagli anni Ottanta dell Ottocento, molti Stati in via di industrializzazione abbandonarono il liberismo per adottare il protezionismo, che punta invece a proteggere la produzione nazionale dalla concorrenza attraverso un intervento dello Stato. Imponendo dazi doganali elevati sulle merci importate dalle altre nazioni, lo Stato fa sì che i prodotti importati abbiano un prezzo più alto dei prodotti nazionali, che dunque verranno preferiti dai consumatori.

Ti racconto la Storia - volume 3
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Dal Novecento a oggi