Palestra di scrittura

Il garibaldino Nerio si era lavato con un pezzo di vero sapone _______________________________ ____________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ Chi racconta cosa? I testi narrativi sono raccontati da una voce narrante attraverso un punto di vista preciso, che determina anche lo stile della narrazione. Gli eventi di una battaglia, per esempio, possono essere raccontati da una voce di narratore onnisciente, che sceglie una focalizzazione zero, oppure da un soldato che è direttamente implicato e che dunque avrà un punto di vista più vicino e ristretto rispetto a quello di un narratore onnisciente. E anche una lingua diversa. Il soldato può raccontare sul minuto quel che via via gli capita oppure ricordare anni dopo quel che è avvenuto (ponendo così una distanza temporale tra io narrante e io narrato). Esercizio 5 Leggi il testo e completa le riscritture sul quaderno seguendo lo schema riportato dopo il testo. Stamattina mi sono svegliato tardi. l abitudine della domenica, questa. Svegliandomi tardi mi sembra di godere la domenica. Anzi, per tutta la settimana sospiro la domenica appunto per godere quest abitudine, svegliarmi tardi. Ho passeggiato sotto i portici con mia moglie e Rino fino a tirare mezzogiorno, quindi siamo andati a messa. Così è passata la prima mezza giornata della domenica. A casa, prima di mangiare mi sono detto: Oggi non vado al caffè a fare la scopa! . un altra abitudine: quella di passare il pomeriggio della domenica giocando a carte. Sapevo che quella rinuncia mi era faticosa, quindi mi misi nelle condizioni di non andare al caffè. Mi svestii, mi misi in ciabatte. Ma quando venne l ora, quell ora, cioè le una e mezzo, fu più forte di me. Perché, mi dissi, devo rinunciare alla scopa? Ho lavorato tutta la settimana! Mi rivestii e andai al caffè. I miei amici di scopa sono il giornalista Pallavicino e altri due, che, seppure gioco da anni tutte le domeniche con loro, non saprei dire chi siano. Il gioco della scopa per noi è essenziale. Ci ristabilisce l equilibrio. Ci si dicono parolacce l un l altro per una giocata sbagliata. Si accusa il compagno di avere sparigliato1 e quindi commesso un errore; oppure di avere commesso un errore non sparigliando; ci si difende da queste accuse e si cerca di dimostrare come si sia giocato bene, e a nostra volta si accusa il compagno di non aver giocato scientificamente, così per tutta la bassora2 della domenica. Queste sono le domeniche della mia vita. Uscire dal caffè quando la giornata è finita, la Piazza silenziosa, deserta, soddisfatto delle giocate, delle vittorie, o arrabbiato delle perdite. Quelle giocate che si fanno alla domenica sono poi l argomento che riempie le ore vuote della settimana. Lucio Mastronardi, Il maestro di Vigevano, Einaudi, Torino 1962 1. sparigliare: fare prese di più carte di valore diverso, in modo che le altre dello stesso valore restino in numero dispari. 2. bassora: il pomeriggio. 70

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