T14

Verso la prima prova d esame tati significativi su questo campo se cura la relazione educativa e la mediazione didattica, più che l ammodernamento tecnologico. Ciò rimanda all importanza che assume la formazione dei docenti nella gestione dei processi di insegnamento-apprendimento in chiave inclusiva. Per anni la scuola italiana si è (giustamente) vantata di essere una scuola inclusiva in quanto accoglieva tutte le diversità espresse dagli alunni, ma evidentemente ciò non basta per fare una scuola equa e di qualità. Curare la relazione educativa vuol dire creare un clima all interno della classe che favorisca il processo di autostima degli studenti e la loro disponibilità ad affrontare i compiti scolastici con perseveranza. In altre parole, significa entrare nel merito del rapporto educativo e considerare come si sviluppa la mediazione didattica all interno della classe. Mario Maviglia, Scuola: quell ascensore sociale fermo, La Vita Scolastica online, 17 giugno 2018 Nel testo riportato, Mario Maviglia, giornalista esperto di scuola ed ex ispettore scolastico, sulla base di un rapporto del 2018, sottolinea come la scuola italiana non riesca a fare abbastanza per gli studenti che provengono da situazioni familiari, economiche e sociali svantaggiate e propone alcuni suggerimenti per migliorare la situazione. Rifletti su queste tematiche e confrontati anche in maniera critica con la tesi espressa dall autore, facendo riferimento alle tue conoscenze, alle tue esperienze personali, alla tua sensibilità. Articola la struttura della tua riflessione in paragrafi opportunamente titolati e presenta la trattazione con un titolo complessivo che ne esprima in una sintesi coerente il contenuto. T 14 Studiando il nesso tra guerra e infanzia nel corso del Novecento emergono alcune contraddizioni rispetto alle quali si può scegliere se procedere per semplificazione (e quindi, facilmente, per banalizzazione e strumentalizzazione) oppure se accettarne fino in fondo la profondità, in certi casi la vertigine, senza pretendere di scioglierle del tutto. Ne cito alcune, tra le più evidenti. Da una parte il Novecento è il secolo che ha prodotto più leggi, convenzioni, pratiche di welfare a difesa dei bambini, dall altro è quello che li ha coinvolti in maniera più pervasiva nella violenza della guerra. Da una parte l infanzia è stata considerata la ragione stessa del sacrificio bellico in quanto garante della continuazione della società e dall altro si è accettato di farne una delle tante poste in gioco. Da una parte consideriamo l infanzia l età dell innocenza, dall altra la pratica estrema del massacro e del genocidio in varie occasioni ha avuto come protagonisti attivi anche i bambini. Da una parte guardare in faccia la sofferenza ed empatizzare con le vittime infantili è un atto profondamente umano, dall altro non aiuta sempre a comprendere questioni tanto complesse. [ ] Uno dei tratti che distingue la Prima guerra mondiale da quelle che sono seguite è che se la prima prendeva le mosse anche dall idea di una nuova nazione (e quindi di un uomo nuovo) da edificare, a prezzi anche altissimi e per noi oggi inaccettabili, le seconde mirano a uno sfruttamento totale di ogni elemento del territorio e delle persone. la cancellazione di ogni futuro per l infanzia. La Berlino del 1945, quella di Germania anno zero,1 per intenderci, è il simbolo di una distruzione sociale e ma- 1 Germania anno zero: film diretto da Roberto Rossellini nel 1948, racconta del 356 ragazzo Eduard, 12 anni, che vaga alla ricerca di mezzi di sostentamento nella Ber- lino del 1946, distrutta dai bombardamenti.

Palestra di scrittura
Palestra di scrittura