Palestra di scrittura

la tipologia b cuotono corde all interno di uno strumento, ne è un esempio, e inoltre ha bisogno di uno specialista diverso dal pianista per l accordatura. La complessità dello strumento e la presunta immaterialità della procedura attraverso cui genera, grazie all intervento umano, dei suoni non inficia dunque la sostanza, il valore artistico, la possibilità di godere della musica che viene prodotta con strumenti elettronici. Per questo sarà possibile immaginare un musicista che compone una successione di suoni producendoli e montandoli per mezzo di apparecchiature elettroniche, e che tuttavia conosce così a fondo le possibilità del proprio strumento da comportarsi davanti ai suoi pannelli così come il pianista si comporta davanti alla tastiera . 4 L autore risponde ai detrattori della musica prodotta con strumenti elettronici sin dall incipit del pezzo utilizzando le virgolette per ironizzare sulla loro rozza definizione di questa tipologia di musica come musica fatta a macchina o musica in scatola . Altre virgolette citano il pensiero dei detrattori, sottolineandone la contraddittorietà con saperi largamente diffusi e la vuotezza liricizzante. Se tutta la musica strumentale fatta dall uomo sin dalle origini si è avvalsa di macchine, è ridicolo distinguere tecnica e composizione o esecuzione e utilizzare espressioni come: pensa e sente , rapporto organico , umanizzare . 5 L argomentazione di Eco è serrata e attenta anche nei nessi: si parte da una discussione in corso ( Oggi ) e si prosegue con l affrontare direttamente la tesi dei moralisti culturali per smontarla, anche prendendo provvisoriamente per buona un obiezione che viene riconosciuta come infondata ( Vero / ma ; Infatti ). Sgomberato il campo da tutte le possibili obiezioni, Eco procede a formulare non solo una tesi, ma anche un ipotesi costruttiva per il futuro della cultura musicale ( Si può quindi concludere ; e sarà possibile immaginare ). 6 La sintassi, pacatamente ipotattica, ma ricca di subordinate (concessive, finali, consecutive) e di incisi, dà al testo un andamento mosso e raziocinante ma non tortuoso: piuttosto invita il lettore a seguire punto punto il ragionamento dell autore (che richiama la sua attenzione anche tramite una domanda retorica, rr. 7-9). PRODUZIONE La tesi di Eco risente dei tempi in cui l autore visse e dei suoi contatti intellettuali: all altezza degli anni Sessanta, infatti, era in contatto con musicisti come Luciano Berio e Bruno Maderna, tra i primi fautori del movimento elettroacustico in Italia. All epoca, la novità di una musica riprodotta, eseguita e anche composta attraverso strumenti elettronici era per i più una bestemmia culturale: impensabile che matematica e macchine si sostituissero al compositore e all esecutore. Oggi, la questione è profondamente mutata: Berio e Maderna sono autorevoli sconosciuti per la maggioranza dei giovani al pari di Rossini e Wagner. Ma la musica è più elettronica, fatta tramite computer e algoritmi che scritta su pentagrammi, creata artigianalmente in studio o eseguita dal vivo: non a caso spesso seguiamo con entusiasmo dei Dj che suonano musiche di altri sovrapponendo campionature ( mixandole ) in discoteca. Per non parlare della capillare democratizzazione del fare musica che tante risorse online (da Garage Band a Audacity) hanno consentito, specie tra i giovani, con risultati a volte solo amatoriali ma altre volte molto apprezzabili. Dunque Eco aveva ragione: la musica prodotta da strumenti artificiali (analogici o digitali) ha una piacevolezza, un valore, oltre ad essere carica di futuro, oggi al pari di ieri. Come non da ora infatti la tecnologia è al servizio della musica, la musica ha prestato il suo servizio alla tecnologia sin dai tempi antichi. Infatti già nel Seicento Vincenzo Galilei, liutaio e padre di Galileo, con le sue approfondite ricerche sugli strumenti a corda e sui rapporti matematici tra lunghezze delle corde e frequenza di vibrazione ha dato un impronta allo sviluppo del metodo sperimentale per cui il figlio divenne celebre e importante per tutta la scienza successiva. Per tornare un poco indietro rispetto all oggi e spostare le lancette avanti rispetto all analisi di Eco, il geniale polistrumentista, compositore e cantante Frank Zappa negli anni Ottanta capì la rivoluzione 291

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