Palestra di scrittura

Tipologia A PROSA a sedere sul letto, o giacere col viso rivolto verso la porta, bambini spauriti, donne terribilmente scarmigliate e magre, o coppie ancora lubricamente allacciate, e tutti seguivano con gli occhi sbarrati lo strepito del mortorio che passava nel vicolo. Intorno al carro già colmo s accendeva intanto la zuffa tra gli ultimi venuti, che s ac40 capigliavan tra loro per conquistare un po di posto al proprio morto. E quella rissa intorno al carro levava un rumore di sommossa nei miserabili vicoli di Forcella.9 9 Forcella: antico quartiere di Napoli. COMPRENSIONE E ANALISI 1 possibile dividere il testo in 3 sequenze, corrispondenti ai capoversi. Di ciascuna sequenza, individua il tema principale e componi un riassunto di massimo 3 righe. 2 Esponi con tue parole l intera serie di motivi per cui, nel testo, si dice che è diventato impossibile, a Napoli, dare a un morto adeguata sepoltura. 3 Sottolinea nel testo tutti gli elementi che permettono di contestualizzare geograficamente e temporalmente la vicenda e componi un elenco degli elementi, commentandoli brevemente. 4 In quale punto del testo la differenza tra i vivi e i morti si assottiglia fino ad attribuire ai morti una facoltà riservata solo ai vivi? Quale significato ha, secondo te, questa scelta da parte dell autore? 5 Analizza sotto il punto di vista lessicale e sintattico le scelte operate dall autore alle rr. 30-41. Alla luce di quanto riscontrato, come definiresti lo stile dell autore in questo passo? INTERPRETAZIONE Sulla base dell analisi condotta, sviluppa un commento del testo. Dopo aver presentato brevemente il testo (i suoi riferimenti geografici, storici, il romanzo da cui è tratto e che cosa racconta), concentrati sul tema della sepoltura dei morti negata e sul suo significato, come presentato dal testo. Analizza il brano alla luce di riferimenti letterari e culturali a te noti, facendo attenzione a citare il famoso capitolo XXIV dei Promessi sposi di cui Malaparte qui propone una sorta di aggiornata riscrittura (richiamandolo nell espressione monatti riferita ai netturbini). In mezzo a questa desolazione aveva Renzo fatto già una buona parte del suo cammino, quando, distante ancor molti passi da una strada in cui doveva voltare, sentì venir da quella un vario frastono, nel quale si faceva distinguere quel solito orribile tintinnìo. Arrivato alla cantonata della strada, ch era una delle più larghe, vide quattro carri fermi nel mezzo; e come, in un mercato di granaglie, si vede un andare e venire di gente, un caricare e un rovesciar di sacchi, tale era il movimento in quel luogo: monatti ch entravan nelle case, monatti che n uscivan con un peso su le spalle, e lo mettevano su l uno o l altro carro: alcuni con la divisa rossa, altri senza quel distintivo, molti con uno ancor più odioso, pennacchi e fiocchi di vari colori, che quegli sciagurati portavano come per segno d allegria, in tanto pubblico lutto. Ora da una, ora da un altra finestra, veniva una voce lugubre: «qua, monatti! . E con suono ancor più sinistro, da quel tristo brulichìo usciva qualche vociaccia che rispondeva: «ora, ora . Ovvero eran pigionali che brontolavano, e dicevano di far presto: ai quali i monatti rispondevano con bestemmie. Entrato nella strada, Renzo allungò il passo, cercando di non guardar quegl ingombri, se non quanto era necessario per iscansarli; quando il suo sguardo s incontrò in un oggetto singolare di pietà, d una pietà che invogliava l animo a contemplarlo; di maniera che si fermò, quasi senza volerlo. Scendeva dalla soglia d uno di quegli usci, e veniva verso il convoglio, una donna, il cui aspetto annunziava una giovinezza avanzata, ma non trascorsa; e vi traspariva una bellezza velata e offuscata, ma non guasta, da una gran passione, e da un languor mortale: quella bellezza molle a un tempo e maestosa, che brilla nel 259

Palestra di scrittura
Palestra di scrittura