Il magnifico viaggio - Giacomo Leopardi

30 35 40 45 50 55 60 65 Né mi diceva il cor che l età verde sarei dannato a consumare in questo natio borgo selvaggio, intra una gente zotica, vil; cui nomi strani, e spesso argomento di riso e di trastullo, son dottrina e saper; che m odia e fugge, per invidia non già, che non mi tiene maggior di se, ma perché tale estima ch io mi tenga in cor mio, sebben di fuori a persona giammai non ne fo segno. Qui passo gli anni, abbandonato, occulto, senz amor, senza vita; ed aspro a forza tra lo stuol de malevoli divengo: qui di pietà mi spoglio e di virtudi, e sprezzator degli uomini mi rendo, per la greggia ch ho appresso: e intanto vola il caro tempo giovanil; più caro che la fama e l allor, più che la pura luce del giorno, e lo spirar: ti perdo senza un diletto, inutilmente, in questo soggiorno disumano, intra gli affanni, o dell arida vita unico fiore. La giovinezza sfiorita Viene il vento recando il suon dell ora dalla torre del borgo. Era conforto questo suon, mi rimembra, alle mie notti, quando fanciullo, nella buia stanza, per assidui terrori io vigilava, sospirando il mattin. Qui non è cosa ch io vegga o senta, onde un immagin dentro non torni, e un dolce rimembrar non sorga. Dolce per se; ma con dolor sottentra il pensier del presente, un van desio del passato, ancor tristo, e il dire: io fui. Quella loggia colà, volta agli estremi raggi del dì; queste dipinte mura, quei figurati armenti, e il Sol che nasce su romita campagna, agli ozi miei porser mille diletti allor che al fianco I ricordi della casa paterna 28 Né: l inizio ellittico ricorda l incipit foscoliano di A Zacinto («Né più mai ). 45 l allor: metonimia che sta per gloria poetica . 51 torre del borgo: è il campanile della chiesa di Recanati. 52 mi rimembra: eco petrarchesca: «(con sospir' mi rimembra) , Canzoniere, 126, v. 5. 58 Dolce per se: Leopardi dice che i ricordi della fanciullezza sono dolci in sé stessi, ma sono dolorosi nella misura in cui innescano un confronto tra l infanzia spensierata e felice per le illusioni di cui era circondata e la maturità triste e sofferente a causa della disillusione. 28-49 E il cuore allora non mi diceva che sarei stato condannato (sarei dannato) a consumare la mia giovinezza (l età verde) in questo paese selvaggio in cui sono nato, fra gente rozza (zotica) e spregevole (vil); per la quale cultura (dottrina) e conoscenza (saper) sono parole strane e spesso oggetto di ilarità e di scherno (trastullo); che mi odia e mi tiene lontano (fugge) non certo (già) per invidia, perché non mi ritiene superiore a sé, ma perché pensa (estima) che in cuor mio io mi consideri (mi tenga) tale, sebbene io non mostri mai esteriormente (di fuori) alcun segno di un simile concetto di me stesso. Qui passo gli anni, abbandonato, nascosto (occulto), senza amore, senza vita; e in mezzo a persone malevole inevitabilmente (a forza) mi inasprisco: qui mi spoglio della compassione (pietà) e delle altre virtù, e divento (mi rendo) incline a disprezzare gli uomini, a causa del gregge di persone tra cui vivo: e intanto vola via il tempo gradito della gioventù; più gradito della fama e della gloria, più gradito della pura luce del giorno e del respiro (spirar): ti perdo senza un attimo di gioia (senza un diletto), inutilmente, in questo luogo (soggiorno) disumano, tra gli affanni, o unico fiore della vita arida. 50-76 Il vento porta dalla torre del borgo il suono dei rintocchi delle campane che battono le ore. Mi ricordo che questo suono era un conforto alle mie notti, quando da bambino, nella stanza buia, rimanevo sveglio (vigilava) a causa delle paure incessanti (assidui terrori), desiderando ansiosamente (sospirando) l arrivo del mattino. Qui non c è cosa che io veda o senta, da cui non affiori dentro di me un immagine del passato e da cui non sorga un dolce ricordo. Dolce in sé stesso; ma subito subentra con dolore il pensiero del presente, e un rimpianto (van desio) del passato, sebbene un passato infelice (ancor tristo), e il dire: io sono stato. Quella loggia là rivolta a ponente (estremi raggi del dì); queste pareti affrescate (dipinte mura), quelle mandrie dipinte (figurati armenti), e il sole che nasce sulla campagna solitaria (romita) mi procurarono (porser) mille svaghi (diletti) nei momenti di riposo dallo studio (agli ozi miei), 60 ancor: congiunzione concessiva ( ancorché , sebbene ). io fui: è la constatazione di aver vissuto inutilmente, di aver sprecato la propria giovinezza. Io fui vuol dire dunque ho esaurito la mia esistenza , a significare che la parte migliore della vita se n è andata per sempre. 61-62 volta del dì: letteralmente agli ultimi raggi del sole , dunque a occidente. 63 figurati armenti: il poeta si riferisce a scene di vita pastorale che affrescavano Palazzo Leopardi. L AUTORE / 87

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