Il magnifico viaggio - Giacomo Leopardi

DENTRO IL TESTO Una meditazione sull infinito spaziale Video LEZIONE con Giuseppe Iannaccone I contenuti tematici Nello spazio di quindici versi, la poesia racchiude un esperienza del pensiero e una sublime sensazione dell anima, preannunciandole nel titolo e riaffermandole nel corso dello svolgimento (infinito silenzio, v. 10; l eterno, v. 11; immensità, v. 14). Al poeta, solo sul monte Tabor a Recanati, una collina dove pare si recasse spesso a meditare, una siepe impedisce la vista di buona parte dell orizzonte: è proprio questo ostacolo tuttavia a suscitare in lui l immaginazione di ciò che sta al di là e, al contempo, la riflessione, tipica della filosofia sensistica, sull ebbrezza dello smarrirsi in un immensità che si può percepire senza poterla abbracciare. Leopardi esprime all inizio il passaggio dallo spazio circoscritto allo spazio indefinito (interminati / spazi, vv. 4-5): la siepe infatti gli limita la visuale, ma gli rende più facile il fantasticare; essa rappresenta una barriera tra lui e il mondo esterno, capace però di innescare la fantasia e attivare un gioco o, se si preferisce, un percorso della mente, illusorio ma fonte di inesauribile piacere. Stando seduto a osservare, il poeta immagina, oltre la siepe, spazi smisurati, silenzi che superano ogni possibilità di comprensione da parte dell essere umano e una quiete assoluta. In tale percezione di un esperienza straordinaria, il cuore prova un senso di inebriante smarrimento (ove per poco / il cor non si spaura, vv. 7-8). e temporale Il v. 8 spezzato a metà, con forte cesura, dal punto fermo e dalla successiva congiunzione E (E come il vento) divide in modo netto il componimento e introduce il recupero anche della dimensione dell infinito sul piano temporale. L improvviso stormire del vento tra le foglie riporta il poeta alla realtà e alla riflessione sulle cose terrene, che nascono e muoiono. Allo stesso tempo, però, come la siepe gli aveva suggerito l idea dell infinito spaziale, così il passaggio da una sensazione acustica reale (il suono prodotto dal vento: come il vento odo stormir, vv. 8-9) a un altra indeterminata (infinito silenzio, v. 10) gli suscita l idea dell eternità, cioè di un infinito temporale, che grava sul presente e quasi lo annulla (e mi sovvien l eterno, / e le morte stagioni, e la presente / e viva, e il suon di lei, vv. 11-13). Si tratta di una sensazione che perde ogni aggancio logico con la realtà: una sensazione di infinitezza a cui il poeta si abbandona, emancipandosi temporaneamente dal pensiero razionale (e quindi dai ristretti confini del finito e della vita presente), quasi dissolvendo la propria identità. Un viaggio verso il piacere e non verso Dio Leopardi definisce il naufragio dolce (v. 15) proprio per esprimere la gradevolezza fisica dell esperienza, mediante la quale si spegne la coscienza individuale e si percepisce un godimento che nessun piacere concreto riesce a dargli. Pertanto non va creduto, come la critica romantica e quella idealistica hanno fatto, che l approdo leopardiano sia di tipo mistico-religioso: l infinito non simboleggia una dimensione metafisica né allude a un estasi trascendente. L intuizione di assoluto e di eternità permette un ascesi fisica e intellettuale, ma non porta a una certezza positiva, bensì alla negazione del nostro essere concreto e determinato, della nostra individualità e identità reale. La dialettica dei dimostrativi La vaghezza espressiva Le scelte stilistiche La struttura sintattica, semplice e lineare, procede attraverso la coordinazione (assai frequente è il ricorso alla congiunzione e). L uso dei dimostrativi permette al poeta di muoversi tra il finito e l indefinito, creando una proficua dialettica tra realtà e immaginazione. Se, in linea generale, questo indica vicinanza e quello lontananza, ai vv. 1-3 questo denota il paesaggio, cioè la realtà; quella, al v. 5, indica l allontanamento dal reale; al v. 9 queste ci riporta alla realtà e quello a una dimensione che la trascende; negli ultimi versi questa (v. 13) e questo (v. 15) segnano il definitivo naufragio della ragione nell infinito. «Mentre all inizio questo collega il poeta al paesaggio reale, alla fine collega il poeta all infinito, cioè a un paesaggio irreale ma ormai vicino al poeta (Marchese). Allo stesso modo l autore fonde abilmente oggetti concreti (il colle, la siepe, le piante) e immagini cosmiche (spazi, silenzi, immensità), nonché parole che indicano assenza di confini e lontananza nello spazio (ultimo orizzonte, v. 3; interminati / spazi, vv. 4-5; immensità, v. 14; mare, v. 15) e nel tempo (sempre, v. 1; l eterno, v. 11; le morte stagioni, v. 12), L AUTORE / 69

Il magnifico viaggio - Giacomo Leopardi
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