Il magnifico viaggio - Giacomo Leopardi

30 35 40 45 50 55 Questo giorno ch omai cede alla sera, festeggiar si costuma al nostro borgo. Odi per lo sereno un suon di squilla, odi spesso un tonar di ferree canne, che rimbomba lontan di villa in villa. Tutta vestita a festa la gioventù del loco lascia le case, e per le vie si spande; e mira ed è mirata, e in cor s allegra. Io solitario in questa rimota parte alla campagna uscendo, ogni diletto e gioco indugio in altro tempo: e intanto il guardo steso nell aria aprica mi fere il Sol che tra lontani monti, dopo il giorno sereno, cadendo si dilegua, e par che dica che la beata gioventù vien meno. Al nostro paese si è soliti (si costuma) festeggiare questo giorno, che ormai volge al termine (cede alla sera). Si sente nel cielo (per lo sereno) un suono di campana (squilla), si sentono spesso spari a salve di armi da fuoco (un tonar di ferree canne), che rimbombano lontano da un gruppo di casolari all altro (di villa in villa). La gioventù del luogo, tutta vestita a festa, esce di casa e si sparge per le strade; e guarda ed è guardata, e si rallegra nel cuore. Io, uscendo da solo, diretto verso questa parte lontana della campagna, rinvio (indugio) a un altro momento ogni piacere e ogni divertimento: e intanto mi ferisce lo sguardo, che si estende nell aria soleggiata (aprica), il sole, che, dopo la giornata serena, sparisce tramontando (cadendo si dilegua) dietro i monti lontani e sembra che dica che la giovinezza felice se ne sta andando. Tu, solingo augellin, venuto a sera del viver che daranno a te le stelle, certo del tuo costume non ti dorrai; che di natura è frutto ogni vostra vaghezza. A me, se di vecchiezza la detestata soglia evitar non impetro, quando muti questi occhi all altrui core, e lor fia vòto il mondo, e il dì futuro del dì presente più noioso e tetro, che parrà di tal voglia? che di quest anni miei? che di me stesso? ahi pentirommi, e spesso, ma sconsolato, volgerommi indietro. Confronto tra il passero e il poeta 45-59 Tu, uccellino solitario (solingo), quando sarai giunto alla fine (venuto a sera) della vita che il destino (le stelle) ti concederà, certamente non ti pentirai (dorrai) del tuo modo di vivere; perché ogni vostro desiderio (vaghezza) è conseguenza (frutto) di una disposizione naturale (natura). Io, invece, se non ottengo (impetro) di evitare l odiata soglia della vecchiaia, quando i miei occhi non avranno più nulla da dire al cuore degli altri, e per loro il mondo sarà privo di interesse (vòto), e il giorno futuro sembrerà più noioso e cupo di quello presente, come giudicherò questo desiderio di solitudine? come giudicherò questi miei anni? come giudicherò me stesso? Ahimè, mi pentirò e mi volgerò indietro spesso, ma senza possibilità di consolazione. 27 Questo giorno: forse si tratta della festa del patrono, San Vito, che cade il 15 giugno. 35 mira ed è mirata: il poeta allude all incontro dei giovani e agli sguardi che essi si lanciano. L immagine è tratta da un passo dell Ars amatoria (I, 99) del poeta latino Ovidio (Spectatum veniunt; veniunt spectentur ut ipsae, vengono ad ammirare, per essere ammirate esse stesse ). 49 vostra: di voi animali. Claude Monet, Meli in fiore, 1873. New York, Metropolitan Museum of Art. L AUTORE / 65

Il magnifico viaggio - Giacomo Leopardi
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