Il magnifico viaggio - Giacomo Leopardi

50 55 60 I ricordi della fanciullezza (25 ottobre 1821) Per la copia9 e la vivezza ec. delle rimembranze sono piacevolissime e poeticissime tutte le imagini che tengono del fanciullesco,10 e tutto ciò che ce le desta (parole, frasi, poesie, pitture, imitazioni o realtà ec.). Nel che tengono il primo luogo gli antichi poeti,11 e fra questi Omero. Siccome12 le impressioni, così le ricordanze della fanciullezza in qualunque età, sono più vive che quelle di qualunque altra età. E son piacevoli per la loro vivezza, anche le ricordanze d immagini e di cose che nella fanciullezza ci erano dolorose, o spaventose ec. E per la stessa ragione ci è piacevole nella vita anche la ricordanza dolorosa, e quando bene la cagion13 del dolore non sia passata, e quando pure la ricordanza lo cagioni o l accresca, come nella morte de nostri cari, il ricordarsi del passato ec. La poeticità della rimembranza (14 dicembre 1828) Un oggetto qualunque, per esempio un luogo, un sito, una campagna, per bella che sia, se non desta alcuna rimembranza, non è poetica punto14 a vederla. La medesima, ed anche un sito, un oggetto qualunque, affatto impoetico in sé, sarà poetichissimo a rimembrarlo. La rimembranza è essenziale e principale nel sentimento poetico, non per altro, se non perché il presente, qual ch egli sia, non può esser poetico; e il poetico, in uno o in altro modo, si trova sempre consistere nel lontano, nell indefinito, nel vago. 9 copia: abbondanza. 10 che tengono del fanciullesco: che han- no qualcosa di infantile. 11 Nel che tengono poeti: e in questo i migliori sono i poeti classici. 12 Siccome: come. 13 cagion: qui si intende origine , ragio- ne scatenante . Poco sotto, cagioni signi- fica lo determini , lo provochi . 14 punto: avverbio come rafforzativo della negazione, con il significato di affatto . DENTRO IL TESTO L indefinito e l infinito I contenuti tematici Nel primo passo Leopardi spiega come si producano le idee indefinite (r. 2) capaci di dare piacere. Egli inizia con l osservare come la luce del sole e quella della luna piacciano di più quando sono contrastate e incerte, quando se ne vede l effetto ma non la fonte, che resta nascosta; elenca luoghi dove la luce si mescola con l ombra, in bilico tra il dentro e il fuori (logge, portici, valli ecc.); collega il modo di diffondersi della luce agli esiti materiali che ne derivano, cioè alle percezioni che creano e che la poesia può riprodurre. Come vedremo, nei Canti Leopardi offre numerose applicazioni pratiche di tale teoria nei suoi componimenti, tutte le volte in cui il suo sguardo spazia sul cielo notturno o contempla l orizzonte che sfuma in lontananza. Leopardi si sofferma qui principalmente sugli effetti prodotti dalla vista, ma in altri passi dello Zibaldone parla anche di quelli determinati dall udito: i suoni che si espandono o che si allontanano suggeriscono anch essi una sensazione di indefinito o di infinito. Oltre all indefinito, infatti, anche l infinito desta piacere: altrove nello Zibaldone il poeta stesso cita la sua poesia L infinito ( T9, p. 68) a titolo di esempio. I due termini indefinito e infinito esprimono concetti contigui ma distinti: indefinito è ciò che non si vede distintamente, anche se vicino o di dimensioni limitate (come accade quando i contorni di un oggetto o di un paesaggio sono poco netti oppure svaniscono nel buio o nel ricordo); infinito è invece ciò che è creato dall immaginazione e dal desiderio in quanto puro prodotto della mente: esso esprime uno slancio o una tensione illimitata verso un oriz- 38 / GIACOMO LEOPARDI

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