Un giovane poeta in cerca della libertà

L A M A R O S O G G I O R N O ROMANO Giacomo visita il sepolcro di Tasso nel febbraio del 1823: «Questo è il primo e l unico piacere che ho provato in Roma scrive al fratello Carlo. Il soggiorno romano, tanto agognato, si rivela in effetti fonte di delusioni. Le donne del popolo? Noncuranti e altezzose. Quelle aristocratiche? Inavvicinabili. Gli intellettuali? Eruditi senz anima. La città sognata sui libri gli appare come un «letamaio di letteratura, di opinioni, di costumi . Il sepolcro di Torquato Tasso, 1608. Roma, chiesa di Sant Onofrio al Gianicolo. UN GIOVANE POETA IN CERCA DELLA LIBERT Nel novembre 1822 Leopardi ottiene di poter lasciare Recanati e coronare il sogno di conoscere, dal vivo e non solo dalle pagine dei libri, realtà diverse che, secondo le sue illusioni giovanili, gli permetteranno di sfuggire alla morsa della sofferenza esistenziale. La meta è Roma, dove lo zio Carlo Antici, persona con buone entrature, spera di fargli ottenere una sistemazione presso la Curia pontificia. Il progetto però non va in porto e il soggiorno di Leopardi termina nell aprile del 1823: sono cinque mesi segnati dalnel constatare la distanza la profonda amarezza tra la città immaginata e quella reale, che egli trova vuota, corrotta, dissipata, popolata da intellettuali boriosi e provinciali, occupati soltanto in sterili diatribe accademiche. Una volta tornato a Recanati, il poeta traccia un primo bilancio della propria esistenza, straziato dalla sensazione di aver scoperto la propria infinita solitudine. Così scrive al padre Monaldo pochi giorni prima di tornare a casa: «Io sono naturalmente inclinato alla vita solitaria. [ ] nella solitudine io rodo e divoro me stesso. [ ] qualunque soggiorno m è indifferentissimo . Incupita la sua concezione della vita, Giacomo riversa negli scritti un pessimismo assoluto: il frutto di questa radicalizzazione del pensiero è un primo gruppo di Operette morali, in prosa. Ormai emancipato, per età ma non economicamente, dalla tutela dei genito- ri, è libero di muoversi da Recanati: nel 1825 si reca a Milano, dietro invito dell editore Stella, per curare una collana di opere classiche latine, ma la precarietà delle sue condizioni fisiche gli impedisce di guadagnarsi da vivere («io sono , scrive nello Zibaldone, «si perdoni la metafora, un sepolcro ambulante, che porto dentro di me un uomo morto, un cuore già sensibilissimo che più non sente ); quindi, si trasferisce a Bologna, dove si mantiene grazie a «importunissime lezioni private e poi, dopo un altra sosta a Recanati, a Firenze (dove ha modo di conoscere Alessandro Manzoni, all epoca intento ad adeguare i Promessi sposi alla lingua fiorentina), per poi soggiornare a Pisa, dove trascorre l inverno del 1828, confortato dal clima mite della città. 1824: Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani 1827: prima edizione delle Operette morali 1828: composizione dei grandi idilli GLI ULTIMI ANNI Nella primavera del 1828, Leopardi è intanto tornato alla poesia, come scrive egli stesso nella lettera del 2 maggio 1828, alla sorella Paolina: «E dopo due anni, ho fatto dei versi quest Aprile, ma versi veramente all antica, e con quel mio cuore d una volta . Si tratta dei cosiddetti grandi idilli , altrimenti detti canti pisano-recanatesi . Vengono infatti composti tra Pisa e Recanati, dove il poeta è costretto a tornare («l or- L AUTORE / 19

Il magnifico viaggio - Giacomo Leopardi
Il magnifico viaggio - Giacomo Leopardi