Il magnifico viaggio - Giacomo Leopardi

Leopardi & Anna Maria Ortese FINESTRA SUL 900 5 10 15 20 Un fenomeno particolare distingue l uomo, come specie, e non potrei considerarlo rassicurante: lo sviluppo senza motivazioni di difesa, ecc. , lo sviluppo fine a se stesso, quasi incontrollabile, della intelligenza. Da qualche tempo, questa intelligenza non è più legata alle ragioni della vita, direi che è indipendente da essa e indifferente del tutto alla vita e alla sua conservazione. Apparirebbe perfino, a momenti, come un meccanismo introdotto inizialmente nell uomo per sbarrare il passo a una sua illimitata sopravvivenza. Sì, l intelligenza non è la ragione, è qualcosa di diverso, e che si va sempre più dimostrando ostile alla ragione. In questo senso, si può anche intendere il vago orrore che, a un certo punto, ispirano tutte le forme, ormai innaturali, d intelligenza, addette all infinito sviluppo e all incontenibile proliferare di scienza e tecnica. C è un proliferare di tutto: dei mezzi per aiutare la vita come dei mezzi per abbatterla e distruggerla definitivamente. E questo, a uno sguardo non interessato solo all uomo, ma soprattutto alla vita da cui egli proviene, si presenta come un difetto, un guasto molto temibile. Vediamo questa intelligenza per chiamarla ancora così minare, sotto gli occhi di tutti, i campi della vita. Vediamo saltare di continuo ogni cosa creata dalla natura e dall uomo, e avvertiamo l estraneità di questa intelligenza alla vita. Confermo: estraneità alle ragioni della vita, della Terra e dell uomo come famiglia-guida e simbolo della ragione quale eravamo abituati a considerarlo. No, da qualche tempo l uomo nella sua accezione di uomo moderno non ha più motivo di fregiarsi di questo titolo. Egli non agisce, in nessun campo, in nome dell umanità o della vita non in nome della ragione certamente. E possiamo considerare questa sua intelligenza senza scopo come estranea e chiaramente nemica della vita. Una specie di Cavallo di Troia introdotto nella città della ragione per distruggerla. La violenza dell Intelligenza umana Il messaggio solidale che Leopardi affida alla Ginestra viene disatteso quotidianamente: invece che unirsi in una «social catena per far fronte al dolore che incombe sull esistenza di ognuno, l uomo rincorre l ambizione edonistica e autodistruttiva di un Intelligenza slegata da ogni limite e da ogni forma di rispetto dell altro. Che cos è effettivamente quest Intelligenza di cui parla Anna Maria Ortese? In primo luogo, essa non va confusa con la ragione, anzi si può dire che ne costituisca l antitesi in quanto coincide con l eccesso sfrenato di libertà, con il culto, infantile e appunto irrazionale, di una felicità assoluta e impossibile da raggiungere. Nelle sue diverse applicazioni scientifiche, tecnologiche, economiche l Intelligenza si configura come uno strumento di sopraffazione, volto a schiacciare i deboli e gli inermi, a imporre l ansia del profitto, a saccheggiare ciò che appartiene alla natura e a violare le leggi dell umanità. W Arturo Martini, Solitudine, 1917. Milano, collezione privata. 188 / GIACOMO LEOPARDI

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