Il magnifico viaggio - Giacomo Leopardi

PALESTRA DI SCRITTURA 35 40 45 Chi ha l ardire di chiamare sfigato un ragazzo così, capace di accettare e trasformare le sue sfortune in trampolino per aprire la testa e il cuore? Chi è capace come lui di affrontare la vita con questo coraggio e avere la malinconia come compagna di cammino, e nonostante questo creare così tanta bellezza? Mi fermo e chiedo: riuscireste voi a trasformare in canto il dolore della vita, i vostri fallimenti, la vostra inadeguatezza? A nutrirvi del vostro destino, più o meno fortunato che sia, per farne un capolavoro immortale? Alle tue parole cala il silenzio. Abbiamo capito che con te non si scherza, non si banalizza. Così, proprio dalla porta della sfortuna, entriamo nella tua grandezza, Giacomo, e io li vedo risvegliarsi, perché ciascuno di noi nasconde dentro di sé la stanza della sfortuna, quella in cui le fragilità e inadeguatezze sono evidenti. Abbassano le difese, ché questo è il compito della letteratura: rendere l uomo più vero e autentico, spogliandolo delle menzogne che lo allontanano da sé, dalla vita, dagli altri. Così si risveglia la passione assopita, la propria originalità, e si confina la paura di non essere abbastanza : Sebbene è spento nel mondo il grande e il bello e il vivo, non ne è spenta in noi l inclinazione. Se è tolto l ottenere, non è tolto né possibile a togliere il desiderare. Non è spento nei giovani l ardore che li porta a procacciarsi una vita, e a sdegnare la nullità e la monotonia. (Zibaldone, 1° agosto 1820) 50 55 60 65 70 Ma questo desiderio di vita, di felicità, d amore, fondamento del cuore dei giovani (e di tutti), è materia naturale e inestinguibile, e, quando non è indirizzato alla costruzione del mondo e della speranza, «circola e serpeggia e divora sordamente come un fuoco elettrico , scrivi in un altro passaggio del tuo diario nell agosto del 1820. Non più un fuoco che riscalda e dà luce, ma un fuoco che prima o poi esploderà «in temporali e terremoti . Io vedo oggi con molta chiarezza questa energia che si disperde nel nulla. Incontro centinaia di ragazzi, e centinaia sono quelli che mi scrivono, stufi di non sapere per cosa giocarsi quell infinito che sentono nel cuore. Vogliono progetti, non oggetti. Mentre noi cerchiamo di soddisfare il desiderio con le cose, loro chiedono quello che il desiderio contiene: la speranza dell impossibile reso possibile. Forse, in fondo, non è cambiato molto da quando eri giovane tu. L adolescenza, secondo i ragazzi stessi a cui ho chiesto di definirla, è energia che vuole indirizzarsi alla vita per costruirla. Ecco la prima cosa che vedo in loro e che tu hai definito tanto bene: una forza creatrice, che si libera trovando forma in parole impugnate come armi per far esplodere il dolore o la gioia, per fuggire da «nullità e monotonia . Un ragazzo una volta mi ha detto: «Quando ho finito di leggere il suo libro un fuoco si era acceso dentro di me, e mi dicevo: io voglio vivere così. Adesso lei deve spiegarmi come mai questo è accaduto . Adolescenza è questo fuoco che non vuole altro che ardere di passione e di passioni, a volte fino a bruciare sé stessa per mancanza di combustibile. Questo fuoco c è, io l ho visto. il 182 / GIACOMO LEOPARDI

Il magnifico viaggio - Giacomo Leopardi
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