Il magnifico viaggio - Giacomo Leopardi

85 90 95 100 105 110 115 120 i tuoi simili a questa condizione, che essi avranno la morte piena d affanno, e più misera che la vita. Perciocché per opera tua, laddove tutti gli altri animali muoiono senza timore alcuno, la quiete e la sicurtà dell animo sono escluse in perpetuo dall ultima ora dell uomo. Questo mancava, o Platone, a tanta infelicità della specie umana. [ ] Plotino Porfirio, veramente io amo Platone, come tu sai. Ma non è già per questo, che io voglia discorrere per autorità; massimamente poi teco e in una questione tale: ma io voglio discorrere per ragione.25 E se ho toccato così alla sfuggita quella tal sentenza platonica, io l ho fatto più per usare come una sorta di proemio, che per altro. E ripigliando il ragionamento ch io aveva in animo, dico che non Platone o qualche altro filosofo solamente, ma la natura stessa par che c insegni che il levarci dal mondo di mera volontà nostra, non sia cosa lecita. Non accade che io mi distenda circa questo articolo:26 perché se tu penserai un poco, non può essere che tu non conosca27 da te medesimo che l uccidersi di propria mano senza necessità, è contro natura. Anzi, per dir meglio, è l atto più contrario a natura, che si possa commettere. Perché tutto l ordine delle cose saria sovvertito, se quelle si distruggessero da se stesse. E par che abbia repugnanza che uno si vaglia della vita a spegnere essa vita, che l essere ci serva al non essere.28 Oltre che se pur cosa alcuna ci è ingiunta e comandata dalla natura, certo ci comanda ella strettissimamente e sopra tutto, e non solo agli uomini, ma parimente a qualsivoglia creatura dell universo di attendere29 alla conservazione propria, e di procurarla in tutti i modi; ch è il contrario appunto dell uccidersi. E senza altri argomenti, non sentiamo noi che la inclinazione nostra da per se stessa ci tira,30 e ci fa odiare la morte, e temerla, ed averne orrore, anche a dispetto nostro?31 Or dunque, poiché questo atto dell uccidersi, è contrario a natura; e tanto contrario quanto noi veggiamo; io non mi saprei risolvere che fosse lecito. Porfirio Io ho considerata già tutta questa parte: che, come tu hai detto, è impossibile che l animo non la scorga, per ogni poco che uno si fermi a pensare sopra questo proposito. Mi pare che alle tue ragioni si possa rispondere con molte altre, e in più modi: ma studierò d esser breve. Tu dubiti se ci sia lecito di morire senza necessità: io ti domando se ci è lecito di essere infelici. La natura vieta l uccidersi. Strano mi riuscirebbe che non avendo ella o volontà o potere di farmi né felice né libero da miseria, avesse facoltà di obbligarmi a vivere. Certo se la natura ci ha ingenerato32 amore della conservazione propria, e odio della morte; essa non ci ha dato meno odio della infelicità, e amore del nostro meglio; anzi tanto maggiori e tanto più principali queste ultime inclinazioni che quelle, quanto che la felicità è il fine di ogni nostro atto, e di ogni nostro amore e odio; e che non si fugge la morte, né la vita si ama, per se medesima, ma per rispetto e amore del nostro meglio, e odio del male e del danno nostro. Come dunque può esser contrario alla natura, che io fugga la infelicità in quel solo modo che hanno gli uomini di fuggirla? che è quello di tormi33 dal mondo: perché mentre 25 discorrere per autorità ma io voglio discorrere per ragione: Plotino non vuo le discutere basandosi sull autorità dei te sti e degli autori, come Platone, ma sul la ragione. 26 articolo: punto. 156 / GIACOMO LEOPARDI 27 che tu non conosca: che tu non ti ren da conto. 28 E par che abbia repugnanza non essere: e sembra un azione contronatura che la forza vitale sia ottenere la morte, che la vita ci procuri la fine della vita. 29 attendere: provvedere. 30 ci tira: ci condiziona. 31 anche a dispetto nostro: anche contro la nostra volontà. 32 ci ha ingenerato: ha fatto nascere in noi. 33 tormi: togliermi.

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