CRITICI A CONFRONTO - Sebastiano Timpanaro ed Elio Gioanola

Sebastiano Timpanaro ed Elio Gioanola Il messaggio della Ginestra: un appello politico? Nel secondo dopoguerra la critica marxista ha messo in luce il carattere impegnato della produzione leopardiana, esaltando soprattutto La ginestra, di cui viene sottolineato l impianto materialistico e progressista. Il primo testo critico che riportiamo, di Sebastiano Timpanaro (1923-2000), promuove le supposte potenzialità democratiche del componimento e l evoluzione del titanismo del poeta, che non indulgerebbe più a posizioni aristocratiche ma avvolgerebbe l umanità intera in un solidale abbraccio contro la natura. Nel secondo brano, Elio Gioanola (n. 1934) dichiara la propria distanza da questa rilettura della Ginestra: a suo giudizio, per Leopardi l unica consolazione concessa all uomo è quella incarnata dal fiore del deserto ovvero dalla poesia, mentre nessuna alternativa viene da lui concepita su un piano sociale o politico. Sebastiano Timpanaro Leopardi fa appello alla solidarietà di tutti gli uomini nella lotta contro la natura. Nessun dubbio sulla grande potenzialità democratica di questo appello. Soltanto, bisogna parlare appunto di potenzialità, per sottolineare, accanto all estrema apertura e spregiudicatezza del discorso leopardiano, anche la sua indeterminatezza. Non vi è traccia in esso di preclusioni: di classe, di cautele da «liberale , anzi vi è l esplicita esigenza di far partecipe della nuova morale laica tutto il popolo; ma non c è nemmeno alcun accenno a una lotta contro l oppressione politico-sociale, come condizione preliminare per raggiungere la «confederazione dell intera umanità. Il Leopardi pensa che i contrasti tra gruppi umani siano secondari, e perciò da mettersi a tacere, di fronte all esigenza di far blocco contro il nemico numero uno, l empia Natura. [ ] Leopardi propugna un solidarismo, cioè un appello alla cessazione della lotta «fratricida , per dirigere tutti i colpi non contro un avversario umano, ma contro la Natura. [ ] Soltanto, in quest ultima fase del suo pensiero, egli toglie al proprio materialismo pessimistico quel carattere alquanto solitario e umbratile che aveva assunto negli anni di Bologna, così come, riprendendo il titanismo del Bruto minore, ne elimina quella coloritura aristocratica che il titanismo aveva sempre avuto fin allora. Non c è più alcuna contrapposizione 124 / GIACOMO LEOPARDI di principio tra l eroe e il volgo, anzi, il pessimismo agonistico è destinato a divenire un atteggiamento comune a tutta l umanità, una filosofia popolare. (Sebastiano Timpanaro, Alcune osservazioni sul pensiero di Leopardi, in Classicismo e illuminismo nell Ottocento italiano, Nistri-Lischi, Pisa 1965) Joseph Wright, Il Vesuvio in eruzione, 1788 ca. New Haven, Yale Centre for British Art.

Il magnifico viaggio - Giacomo Leopardi
Il magnifico viaggio - Giacomo Leopardi