Il magnifico viaggio - Giacomo Leopardi

140 145 150 155 160 165 170 175 dell uomo armar la destra, e laccio porre al vicino ed inciampo, stolto crede così qual fora in campo cinto d oste contraria, in sul più vivo incalzar degli assalti, gl inimici obbliando, acerbe gare imprender con gli amici, e sparger fuga e fulminar col brando infra i propri guerrieri. Così fatti pensieri quando fien, come fur, palesi al volgo, e quell orror che primo contra l empia natura strinse i mortali in social catena, fia ricondotto in parte da verace saper, l onesto e il retto conversar cittadino, e giustizia e pietade, altra radice avranno allor che non superbe fole, ove fondata probità del volgo così star suole in piede quale star può quel ch ha in error la sede. stolto armare la mano per colpire gli altri uomi ni (alle offese dell uom) e predisporre trappole (laccio porre) e insidie (inciampo) ai propri si mili (al vicino), così come sarebbe (fora) stolto in un campo circondato da nemici (cinto d oste contraria), nel vivo dell infuriare degli assalti, dimenticando (obbliando) i nemici, ingaggiare (imprender) feroci scontri (acerbe gare) con gli amici e seminare la fuga e gettarsi con la spa da sguainata (fulminar col brando) in mezzo ai propri commilitoni. Sovente in queste rive, che, desolate, a bruno veste il flutto indurato, e par che ondeggi, seggo la notte; e su la mesta landa in purissimo azzurro veggo dall alto fiammeggiar le stelle, cui di lontan fa specchio il mare, e tutto di scintille in giro per lo vòto seren brillare il mondo. E poi che gli occhi a quelle luci appunto, ch a lor sembrano un punto, e sono immense, in guisa che un punto a petto a lor son terra e mare veracemente; a cui l uomo non pur, ma questo globo ove l uomo è nulla, sconosciuto è del tutto; e quando miro quegli ancor più senz alcun fin remoti L estrema marginalità della Terra e dell uomo rispetto all universo 150 in parte: perché il verace saper (v. 151) cioè la conoscenza scientifica fondata sull uso dello strumento della ragione priverà l orror del v. 147 (cioè lo spavento degli uomini primitivi di fronte ai fenome ni naturali che non sapevano spiegarsi) dei residui superstiziosi. 116 / GIACOMO LEOPARDI Appello alla solidarietà 145-157 Quando tali pensieri saranno evidenti al popolo (palesi al volgo), come lo sono stati in passato, e quando quel terrore che per la pri ma volta (primo) unì (strinse) gli esseri umani tra loro (i mortali) con i legami sociali (in social catena) contro la natura ostile (empia) verrà parzialmente ripristinato (ricondotto in parte) da un sapere veritiero (verace saper), la convi venza civile (conversar cittadino) onesta e cor retta, la giustizia e la pietà, avranno ben altro fondamento (radice) che favole presuntuose (superbe fole), essendo basata sulle quali (ove fondata) l onestà del popolo (probità del volgo) è solita a stare in piedi così come può stare in piedi ciò che ha il proprio fondamento (la sede) sull errore. 158-185 Spesso siedo di notte in queste lande, che, deserte, l onda della lava solidificata (il flutto indurato) ricopre di colore scuro (a bruno), e sembra muoversi ancora; e sul triste pae saggio, in un cielo terso (in purissimo azzurro), vedo risplendere in alto (dall alto) le stelle, alle quali il mare, da lontano, fa da specchio, e tutto intorno (in giro) il firmamento (mondo) brilla di scintille nella vuota immensità dello spazio (per lo vòto seren). E quando fisso (appunto) gli oc chi su quegli astri, che a essi paiono un puntino, mentre (e) sono immensi, in modo che rispetto a loro (a petto a lor) in realtà (veracemente) sono un punto la terra e il mare; e ai quali non solo l uomo, ma anche questo pianeta, dove l uomo non conta nulla, è completamente igno to; e quando contemplo (miro) le costellazioni (nodi quasi di stelle) ancor più lontane senza limite (fin), che ci sembrano come una nebbia, 154 superbe fole: sono i miti religiosi sull origine divina del mondo e dell es sere umano, in particolare quelli (come il cristianesimo) di orientamento provvi denzialistico, che considerano il mondo concepito in funzione dell essere umano, di cui Dio si prende cura e al quale do na un esistenza eterna (che continua ol tre la morte). 155 probità del volgo: l onestà intellettua le dell umanità. 168 a lor: ai miei occhi. 171 a cui: agli astri. 173 globo: la Terra.

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