50 Ma questo desiderio di vita, di felicità, d’amore, fondamento del cuore dei giovani
(e di tutti), è materia naturale e inestinguibile, e, quando non è indirizzato alla
costruzione del mondo e della speranza, «circola e serpeggia e divora sordamente
come un fuoco elettrico», scrivi in un altro passaggio del tuo diario nell’agosto del
1820. Non più un fuoco che riscalda e dà luce, ma un fuoco che prima o poi esploderà
55 «in temporali e terremoti». Io vedo oggi con molta chiarezza questa energia
che si disperde nel nulla. Incontro centinaia di ragazzi, e centinaia sono quelli
che mi scrivono, stufi di non sapere per cosa giocarsi quell’infinito che sentono
nel cuore. Vogliono progetti, non oggetti. Mentre noi cerchiamo di soddisfare il
desiderio con le cose, loro chiedono quello che il desiderio contiene: la speranza
60 dell’impossibile reso possibile.
Forse, in fondo, non è cambiato molto da quando eri giovane tu. L’adolescenza,
secondo i ragazzi stessi a cui ho chiesto di definirla, è “energia” che vuole
indirizzarsi alla vita per costruirla. Ecco la prima cosa che vedo in loro e che tu
hai definito tanto bene: una forza creatrice, che si libera trovando forma in parole
65 impugnate come armi per far esplodere il dolore o la gioia, per fuggire da «nullità
e monotonia». Un ragazzo una volta mi ha detto: «Quando ho finito di leggere il
suo libro un fuoco si era acceso dentro di me, e mi dicevo: io voglio vivere così.
Adesso lei deve spiegarmi come mai questo è accaduto». Adolescenza è questo
fuoco che non vuole altro che ardere di passione e di passioni, a volte fino a bruciare
70 sé stessa per mancanza di combustibile. Questo fuoco c’è, io l’ho visto. È il
fuoco della vita. Può trasformarsi in distruzione e, al limite, in autodistruzione,
ma non può essere spento, e se sembra estinguersi, languire, divorato dal cinismo,
dalla mancanza di speranza, poi riaffiora sotto forme esplosive o implosive,
«temporali e terremoti» tu li chiami, io li chiamo: dipendenze, violenze, fughe,
75 autolesionismi, suicidi, disturbi alimentari...
Questa generazione vuole testimoni, prima che maestri, perciò, Giacomo, tu
devi aiutarmi. Le passioni si risvegliano a contatto con il fuoco, non con le istruzioni
per accenderlo, soprattutto in questi ragazzi che le istruzioni non le leggono
più, ma vogliono mettersi subito in gioco, on fire, come si dice nella lingua di
80 Shakespeare.
(Alessandro D’Avenia, L’arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita, Mondadori, Milano 2016)