Il sé non esiste (Roberto Gigliucci)

PALESTRA DI SCRITTURA Il sé non esiste Analisi e produzione di un TESTO ARGOMENTATIVO Il critico Roberto Gigliucci (n. 1962) riflette su un tema centrale della visione del mondo di Luigi Pirandello: il carattere relativo dell identità individuale. 5 10 15 20 25 30 35 1 Alfred Binet: psi- cologo e pedagogista francese (18571911). 40 Se diciamo Pirandello, oltre all umorismo, intendiamo vulgatamente anche: moltiplicazione dell io, relativismo della verità, vita e forma, maschera nuda ecc. Non che questi concetti non siano presenti, anzi ossessivi, nell opera pirandelliana. Il rischio è di prenderli, diciamo così, come elementi di una sistemazione scolastica, irrigiditi e semplificati, ovvero per nulla pirandelliani. Consideriamo ad esempio la condizione dell io. La sua integrità è minacciata da una serie di fattori interni ed esterni. In un momento ci sentiamo perfettamente noi stessi, avvertiamo- anzi, neanche ce ne accorgiamo, lo diamo per assodatoche il nostro io è una realtà precisa e compatta. Ma dopo un breve lasso di tempi il nostro io ha subito delle mutazioni, sono intervenuti nuovi stimoli. Un anno dopo, dieci anni dopo, una vita dopo, il nostro io è cambiato ancora, ci illudiamo di rimanere sempre uguali almeno dentro, ma in realtà non siamo più quelli di prima. Siamo mutati per noi stessi. La preposizione per è onnipresente nel linguaggio pirandelliano. Si è sempre per , mai in . il per della permutabilità. Dunque per noi stessi il nostro io cambia, quindi si moltiplica, anche solo nel tempo. In noi stessi non c è nulla di stabile, nonostante le nostre illusioni, anzi non c è proprio nulla. Per noi stessi, c è la molteplicità. Ma non soltanto in una linea temporale l io viene messo in crisi. Anche in un lampo attimale: basta scorgersi per un istante allo specchio e vedere con sgomento un altro, qualcuno che noi non vediamo mai, ma pur sempre una forma del nostro io. Ecco che si prospettano le minacce disgreganti che vengono dall esterno. Io sono anche per gli altri, perché la vita relazionale è imprescindibile. Anzi, è considerata generalmente parte della nostra stessa sostanza identitaria. Ma tutto ciò non è affatto innocente. Infatti gli altri mi percepiscono come io sono per loro, per ciascuno di loro. Quindi, se il mio o è teoricamente costruito e rafforzato anche dalle interazioni sociali, amicali, amorose, in realtà scopriamo che quelle relazioni contribuiscono a frammentare l io, o meglio a renderlo prismatico. Analogamente al guardarsi in uno specchio rimanendo stonati, così è ad esempio lo scoprire l opinione di qualcuno su di noi, opinione che non avremmo mai pensato quegli avesse e che ci sembra totalmente estranea o persino ingiusta. Difendiamo il nostro io dagli attacchi, allora. Ma non possiamo isolarci, uscire da noi stessi: se lo facciamo siamo morti, oppure evaporiamo in un estasi che sembra luminosa ma è invece notturna e tenebrosa, anch essa potenzialmente letale. Fin qui abbiamo esposto una sorta di parafrasi (non sappiamo quanto goffa) del pensiero pirandelliano in merito alla prismatizzazione dell io. Ma la grande scoperta di Pirandello, a nostro avviso, è nella profonda e devastante scoperta che l esito della frantumazione dell identità è l assenza d identità. Da questo punto di vista Pirandello elabora, sì, acquisizioni della psicologia del suo tempo (si pensi soprattutto ad Alfred Binet,1 autore delle Altérations de la personnalité, 1892), ma anche anticipa scoperte delle moderne neuroscienze, che 928 / IL PRIMO NOVECENTO

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento