Il magnifico viaggio - volume 5

35 40 45 50 55 60 65 70 75 aver motivo né d addolorarmi né d avvilirmi, non diedi alcuna importanza a quei lievi difetti, ma una grandissima e straordinaria al fatto che tant anni ero vissuto senza mai cambiar di naso, sempre con quello, e con quelle sopracciglia e quelle orecchie, quelle mani e quelle gambe; e dovevo aspettare di prender moglie per aver conto che li avevo difettosi. «Uh che maraviglia! E non si sa, le mogli? Fatte apposta per scoprire i difetti del marito . Ecco, già le mogli, non nego. Ma anch io, se permettete, di quei tempi ero fatto per sprofondare, a ogni parola che mi fosse detta, o mosca che vedessi volare, in abissi di riflessioni e considerazioni che mi scavavano dentro e bucheravano3 giù per torto e sù per traverso lo spirito, come una tana di talpa; senza che di fuori ne paresse nulla. «Si vede , voi dite, «che avevate molto tempo da perdere . No, ecco. Per l animo in cui mi trovavo. Ma del resto sì, anche per l ozio, non nego. Ricco, due fidati amici, Sebastiano Quantorzo e Stefano Firbo, badavano ai miei affari dopo la morte di mio padre; il quale, per quanto ci si fosse adoperato con le buone e con le cattive, non era riuscito a farmi concludere mai nulla; tranne di prender moglie, questo sì, giovanissimo; forse con la speranza che almeno avessi presto un figliuolo che non mi somigliasse punto; e, pover uomo, neppur questo aveva potuto ottenere da me. E non già, badiamo, ch io opponessi volontà a prendere la via per cui mio padre m incamminava. Tutte le prendevo. Ma camminarci, non ci camminavo. Mi fermavo a ogni passo; mi mettevo prima alla lontana, poi sempre più da vicino a girare attorno a ogni sassolino che incontravo, e mi maravigliavo assai che gli altri potessero passarmi avanti senza fare alcun caso di quel sassolino che per me intanto aveva assunto le proporzioni d una montagna insormontabile, anzi d un mondo in cui avrei potuto senz altro domiciliarmi. Ero rimasto così, fermo ai primi passi di tante vie, con lo spirito pieno di mondi, o di sassolini, che fa lo stesso. Ma non mi pareva affatto che quelli che m erano passati avanti e avevano percorso tutta la via, ne sapessero in sostanza più di me. M erano passati avanti, non si mette in dubbio, e tutti braveggiando4 come tanti cavallini; ma poi, in fondo alla via, avevano trovato un carro: il loro carro; vi erano stati attaccati con molta pazienza, e ora se lo tiravano dietro. Non tiravo nessun carro, io; e non avevo perciò né briglie né paraocchi; vedevo certamente più di loro; ma andare, non sapevo dove andare. Ora, ritornando alla scoperta di quei lievi difetti, sprofondai tutto, subito, nella riflessione che dunque possibile? non conoscevo bene neppure il mio stesso corpo, le cose mie che più intimamente m appartenevano: il naso, le orecchie, le mani, le gambe. E tornavo a guardarmele per rifarne l esame. Cominciò da questo il mio male. Quel male che doveva ridurmi in breve in condizioni di spirito e di corpo così misere e disperate che certo ne sarei morto o impazzito, ove in esso medesimo non avessi trovato (come dirò) il rimedio che doveva guarirmene. 3 bucheravano: bucavano. 4 braveggiando: vantandosi con spavalderia. L AUTORE / LUIGI PIRANDELLO / 899

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento