Il magnifico viaggio - volume 5

75 80 85 Una smania mala7 mi aveva preso, quasi adunghiandomi8 il ventre; alla fine non potei più vedermi davanti quella mia ombra; avrei voluto scuotermela dai piedi. Mi voltai; ma ecco; la avevo dietro, ora. «E se mi metto a correre , pensai, «mi seguirà! . Mi stropicciai forte la fronte, per paura che stessi per ammattire, per farmene una fissazione. Ma sì! così era! il simbolo, lo spettro della mia vita era quell ombra: ero io, là per terra, esposto alla mercé dei piedi altrui. Ecco quello che restava di Mattia Pascal, morto alla St a: la sua ombra per le vie di Roma. Ma aveva un cuore, quell ombra, e non poteva amare; aveva denari, quell ombra, e ciascuno poteva rubarglieli; aveva una testa, ma per pensare e comprendere ch era la testa di un ombra, e non l ombra d una testa. Proprio così! Allora la sentii come cosa viva, e sentii dolore per essa, come il cavallo e le ruote del carro e i piedi de viandanti ne avessero veramente fatto strazio. E non volli lasciarla più lì, esposta, per terra. Passò un tram, e vi montai. 8 smania mala: fissazione maniacale. 9 adunghiandomi: afferrandomi con forza (propriamente con le unghie). DENTRO IL TESTO I limiti della libertà La reazione di un folle e la punizione dell ombra I contenuti tematici A questo punto del romanzo Mattia-Adriano si trova costretto a riflettere sul senso di una libertà che, in un primo tempo, gli era parsa assoluta. La costruzione di una nuova identità, condotta pazientemente nell arco di due anni, si dilegua sotto lo sguardo deluso del protagonista (Vedevo finalmente: vedevo in tutta la sua crudezza la frode della mia illusione, rr. 3-4). La finzione, infatti, non può continuare, per la mancanza di denaro, per l estraneità alla legge, per l impossibilità psicologica di vivere tenendosi lontano dagli altri esseri umani. Di fronte al furto subìto, è il derubato, e non il ladro, a doversi nascondere, proprio come farebbe un uomo colpevole. Tolta la maschera di Mattia Pascal, insomma, la libertà ha mostrato il volto di una nuova «trappola , in sostanza non diversa dalla precedente. Paradossalmente, l unica ad aver reciso davvero il legame con il passato è la moglie Romilda, che riconoscendo Mattia nel cadavere di uno sconosciuto (forse in malafede) ha voltato pagina, cominciando un altra vita. L inetto Mattia, invece, è MORTO E ANCORA AMMOGLIATO! (r. 37): non esiste, e nonostante questo è tormentato da un odiosa eredità familiare. Percepire la nullità della propria esistenza significa camminare sull orlo della pazzia. Uscii di casa, come un matto (r. 58): questa è la prima reazione di Mattia di fronte allo scenario di solitudine e desolazione in cui si sente immerso. Il fallimento della seconda vita impostata a Roma sancisce la crisi definitiva del personaggio: egli sa di dover dismettere i panni di Adriano, senza aver ancora deciso di rientrare in quelli del vecchio Mattia. Così, sospeso in un limbo senza speranza, vaga per le strade, umiliato e ridotto a un ombra (Chi era più ombra di noi due? io o lei? Due ombre!, rr. 62-63). Egli lascia che i passanti e persino le ruote di un carro calpestino quell ombra (Là, così! forte, sul collo!, r. 69), ormai più reale dell uomo in carne e ossa cui appartiene. L omicidio dell ombra svela il disgusto che Mattia prova per sé stesso, per quel che è rimasto del suo vero io (il simbolo, lo spettro della mia vita era quell ombra: ero io, là per terra, rr. 79-80). In questo delirio «autopunitivo , ha scritto il critico Mazzacurati, affiora «la minaccia di un estrema decomposizione patologica dell io ; ma, una volta conclusa questa sorta di rituale, mosso a pietà Mattia raccoglie metaforicamente la propria ombra dalla strada, per tentare ancora una volta di custodire il nocciolo di un identità che non si rassegna a considerare perduta. L AUTORE / LUIGI PIRANDELLO / 885

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento