Il magnifico viaggio - volume 5

DENTRO IL TESTO L illusione strappata Oreste diventa Amleto Un dialogo sul teatro I contenuti tematici Riprendendo con un altra immagine metaforica i temi della Premessa seconda, Pirandello induce il lettore a riflettere sul crollo delle certezze sulle quali si era sostenuta la coscienza premoderna. L umanità, vissuta per secoli entro un illusorio teatro l universo concepito secondo la concezione aristotelico-tolemaica, con la Terra immobile al suo centro , scopre all improvviso di essersi ingannata. Le rassicuranti volte celesti, ossia la fede, il sapere tradizionale, l ordine sociale, erano in realtà soltanto un cielo di carta (r. 19) fragile e sottile, creduto vero ma in realtà solo immaginato. Quando il cielo si squarcia, mostrando un buco nero inquietante, la vita degli individui è travolta da ogni sorta di mali influssi (r. 16), che «entrano dal cielo copernicano dentro il teatro tolemaico (Mazzacurati). L essere umano è colto, per la prima volta, dalla vertigine dell infinito, dalla percezione di un oltre sconosciuto, enigmatico e oscuro, dal quale provengono domande senza risposte. Osservando lo strappo nel cielo di carta (r. 9), la marionetta cioè l essere umano si rende conto di aver recitato: di aver ostentato certezze che, sopravvenuto il dubbio, non sono più tali. L individuo moderno, qui rappresentato dall eroe della tragedia greca, rimane stordito da questo epocale cambiamento del punto di vista sul mondo (Oreste rimarrebbe terribilmente sconcertato da quel buco nel cielo, rr. 11-12). La sua individualità si sfalda insieme a tutta la realtà che lo circonda; egli diventa estraneo a sé stesso e, non riconoscendosi nel sistema di certezze in cui ha da sempre riposto la sua fiducia, perde anche l immagine mentale del proprio io. Paralizzato dal turbamento, Oreste smette di recitare la sua parte, non si riconosce più in quel mondo a misura d uomo entro il quale tutto si muoveva in modo equilibrato e perfetto, e in cui la sua vendetta aveva un senso preciso (Oreste sentirebbe ancora gl impulsi della vendetta, vorrebbe seguirli con smaniosa passione, ma gli occhi, sul punto, gli andrebbero lì a quello strappo, rr. 14-16). Assediato dai dubbi e dallo sconcerto, non è più Oreste: diviene Amleto, un eroe straniato, pieno di turbamenti, indeciso, privo di una compiuta immagine di sé e del mondo, un eroe che non sa più vivere perché si guarda vivere. La condizione dell uomo moderno, sembra dire Paleari-Pirandello, è come quella di Amleto. Le scelte stilistiche L immagine del teatrino di marionette, usata per condurre il discorso sulla condizione umana prima e dopo Copernico, è presentata attraverso un espediente stilistico tipico della narrativa pirandelliana: il dialogo serrato tra due personaggi. Alle brevi domande di Mattia (La tragedia d Oreste?, r. 5; E perché?, r. 13), dettate da un accondiscendenza solo di superficie (in realtà egli non nutre alcun interesse per le elucubrazioni del padrone di casa), Anselmo Paleari risponde con toni diretti e colloquiali (Ma è facilissimo, signor Meis!, r. 11; Mi lasci dire, r. 14). La chiusa didascalica, con la quale il personaggio-filosofo, dopo aver fatto lezione, esce comicamente di scena (E se ne andò, ciabattando, r. 20), è invece un perfetto esempio di quella contaminazione tra linguaggio teatrale e narrazione che rappresenta la cifra stilistica dell autore. Profilo di uomo seduto con la testa fra le mani contro le sbarre di una cella, fotografia di Rick Neibel. L AUTORE / LUIGI PIRANDELLO / 877

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento