Il magnifico viaggio - volume 5

75 80 85 90 95 pazienza, e ha sbuffato un po di fuoco per una delle tante sue bocche. Chi sa che cosa le aveva mosso quella specie di bile. Forse la stupidità degli uomini che non sono stati mai così nojosi come adesso. Basta. Parecchie migliaja di vermucci abbrustoliti. E tiriamo innanzi. Chi ne parla più? . Don Eligio Pellegrinotto mi fa però osservare che, per quanti sforzi facciamo nel crudele intento di strappare, di distruggere le illusioni che la provvida natura ci aveva create a fin di bene, non ci riusciamo. Per fortuna, l uomo si distrae facilmente. Questo è vero. Il nostro Comune, in certe notti segnate nel calendario, non fa accendere i lampioni, e spesso se è nuvolo ci lascia al bujo. Il che vuol dire, in fondo, che noi anche oggi crediamo che la luna non stia per altro nel cielo, che per farci lume di notte, come il sole di giorno, e le stelle per offrirci un magnifico spettacolo. Sicuro. E dimentichiamo spesso e volentieri di essere atomi infinitesimali per rispettarci e ammirarci a vicenda, e siamo capaci di azzuffarci per un pezzettino di terra o di dolerci di certe cose, che, ove fossimo veramente compenetrati di quello che siamo, dovrebbero parerci miserie incalcolabili. Ebbene, in grazia di questa distrazione provvidenziale, oltre che per la stranezza del mio caso, io parlerò di me, ma quanto più brevemente mi sarà possibile, dando cioè soltanto quelle notizie che stimerò necessarie. Alcune di esse, certo, non mi faranno molto onore; ma io mi trovo ora in una condizione così eccezionale, che posso considerarmi come già fuori della vita, e dunque senza obblighi e senza scrupoli di sorta. Cominciamo. DENTRO IL TESTO Un titolo umoristico La biblioteca Boccamazza e il tema del doppio I contenuti tematici La seconda premessa del romanzo segue alla lettera i princìpi fondamentali del codice umoristico, a partire dal titolo, Premessa seconda (filosofica) a mo di scusa, dove il ricorso alle parentesi, ridimensionando il riferimento alla filosofia, suona autoironico, ma allo stesso tempo suggerisce il valore metaforico dell opera. Con l espediente delle parentesi, in altre parole, l autore sottrae il capitolo alla severità del pensiero accademico, senza però rinunciare a proporre una disamina appassionata della vita. Dietro i toni leggeri, infatti, emerge in modo chiaro l esigenza di riflettere sull atto stesso della scrittura e dell arte. La chiesa sconsacrata adibita a biblioteca di Miragno, piena di polvere e di topi, è lo scenario d apertura del romanzo (cui fa da contraltare, in chiusura, quello del cimitero): la confusione e la promiscuità di libri di cui nessuno conosce il contenuto è la prima metafora su cui si è indotti a soffermarsi. Ricordando probabilmente una biblioteca di Agrigento che aveva frequentato da giovane, Pirandello costruisce un immagine di desolante trascuratezza, nella quale tuttavia trova modo di introdurre il tema del doppio. Tra le pile di libri accatastate, infatti, un volume di ars amatoria si trova per caso attaccato a una Vita e morte di un beato (Per l umidità, le legature de due volumi si erano fraternamente appiccicate, rr. 19-20). Una descrizione così precisa è tutt altro che casuale: come ha fatto notare Giancarlo Mazzacurati, i due libri si svelano «specularmente sdoppiati tra cielo e inferno, sublime e comico, come le vie dell umorismo, capricciose, illogiche . L immagine affronta quasi indirettamente e con leggerezza umoristica uno dei problemi fondamentali del razionalismo occidentale: il superamento dialettico dei contrari. La dualità appare a Pirandello non più come un opposizione che va risolta superata, appunto , ma L AUTORE / LUIGI PIRANDELLO / 873

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento