4 - La civiltà moderna, la macchina e l’alienazione

solitudine di sapersi «nessuno , cioè l inquietante percezione della nullità del proprio essere in relazione al continuo fluire della vita. Ci si potrà allora riconoscere moltiplicati in ogni essere vivente del cosmo, fino a essere «centomila . La soluzione prospettata nell ultima parte di Uno, nessuno e centomila romanzo-simbolo di questa operazione di scomposizione dell io consiste nell abbandonare la propria individualità per riscoprirsi parte di un tutto più grande, che cancella ogni connotazione personale per riconsegnarla alla natura universale della vita. IL SOGGETTO FRANTUMATO DAI TEMI ai testi: T8 > p. 883 T10 > p. 898 uno nessuno centomila irriconoscibilità dell individuo | 4 | La civiltà moderna, la macchina e l alienazione La critica della modernità Il rapporto di Pirandello con la civiltà moderna è contraddistinto da un atteggiamento di rifiuto, derivante in parte dall originario radicamento dell autore nella società contadina, in parte da una diffidenza, maturata criticamente, nei confronti dell industrializzazione. Nella visione del mondo e nella stessa produzione letteraria di Pirandello gli sviluppi delle scienze applicate e le innumerevoli innovazioni tecniche d inizio secolo costituiscono elementi stridenti, problematici. Al culto futurista della macchina egli contrappone una lucida consapevolezza dei risvolti negativi della trionfale celebrazione del nuovo . Velocità, potenza, produttività, energia: in nome di questi miti moderni si consuma quotidianamente, secondo l autore, il sacrificio del sentimento, della coscienza e della memoria. La città contemporanea senza vie di fuga Luogo-simbolo di una meccanizzazione industriale fuori controllo è la città moderna, dalla quale Pirandello si sente insieme attratto e respinto. Nel Fu Mattia Pascal vengono descritte due città esemplari, Milano e Roma. Il protagonista prima si aggira spaesato tra la folla milanese, rintronato dal «frastuono e dal «fermento continuo della città , stupito e inquieto di fronte allo sferragliare dei tram e all abbagliante «miracolo della luce elettrica, ma, in ultima analisi, non viene conquistato dal fascino della vita cittadina né è persuaso circa le possibilità di trovarvi una spontanea vivibilità. Si sposta successivamente a Roma, dove però gli sembra di trovare soltanto un passato di «cartapesta , il ricordo degli antichi fasti sgradevolmente mescolato ai primi accenni di modernità. Pirandello, tuttavia, non cerca rifugio nel topos letterario del ritorno alla natura, né in senso cronologico, né in senso spaziale: la società preindustriale, da una parte, e la vita della provincia, dall altra, restano solo velleitari sogni di evasione. Egli non idealizza il mondo rurale (come in quegli stessi anni fa, per esempio, Pascoli), né esalta la condizione L AUTORE / LUIGI PIRANDELLO / 839

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento