Il magnifico viaggio - volume 5

IL PREMIO NOBEL P E R L A L E T T E R AT U R A Quando Pirandello ricevette il telegramma con cui l Accademia di Svezia gli comunicava l avvenuta assegnazione del premio Nobel per la Letteratura, «per il suo coraggio e l ingegnosa ripresentazione dell arte drammatica e teatrale , la sua casa fu invasa da giornalisti e fotografi. Lo scrittore, in posa, curvo sulla macchina da scrivere batté su un foglio per più righe una sola e ripetuta esclamazione: «Pagliacciate! Pagliacciate! . Era il suo modo ironico, tipicamente pirandelliano, di schernire sé stesso e la prassi delle interviste. Il re Gustavo V mentre consegna a Luigi Pirandello il premio Nobel per la Letteratura a Stoccolma, in Svezia, nel 1934. D altra parte, anche Mussolini non si mostra un suo grande estimatore: non organizzerà mai serate in suo onore, come quelle che gli sono invece tributate a Stoccolma, Parigi, Londra, Praga, Berlino e New York. Tuttavia, Pirandello sa che non può alienarsi le simpatie del partito: «L arte pirandelliana , scriverà Leonardo Sciascia, «non ha nulla a che fare col fascismo, ma l uomo sì! . Ormai celebre, Pirandello fonda la Compagnia del Teatro d Arte di Roma, finanziata dal regime e attiva dal 1925 al 1928, mentre tutte le capitali europee si contendono l esclusiva di una sua opera. Abbandonato l insegnamento, inizia a seguire le compagnie teatrali nelle tournées in Europa e America; proprio in questi anni si lega sentimentalmente, anche se di un amore forse solo platonico, alla giovane attrice Marta Abba, per la quale scrive vari drammi e a cui invia centinaia di lettere. In una di queste, datata 1935, scrive: «Che gioja udire la Tua cara bella voce viva l altro jeri al telefono! Come ho fatto presto a riconoscere e a sentire in tutto il sangue, in tutte le fibre del corpo, in tutti gli angoli più riposti dell anima che la sorgente della mia vita, di quella poca che ancora mi resta, è in Te, Marta mia . Gli anni successivi, trascorsi fra pressanti impegni internazionali e una continua produzione di drammi e novelle, conducono lo scrittore alle vette del successo, fino al conferimento nel 1934 del premio Nobel per la Letteratura . Tuttavia Pirandello non smette di sperimentare e rinnovarsi, approdando con le ultime novelle e con l opera teatrale incompiuta I giganti della montagna alle sponde di una letteratura assai complessa, definita dallo stesso autore «mitica . Mentre sta assistendo, a Cinecittà, alle riprese di un film tratto da Il fu Mattia Pascal, si ammala di polmonite. Muore il 10 dicembre 1936 nella sua casa di Roma, a sessantanove anni. Il giorno prima era uscita sul Corriere della Sera la sua ultima novella, Effetti di un sogno interrotto. Nonostante il regime proponga cerimonie solenni e pompose, i funerali si svolgono in forma strettamente privata e nella più austera semplicità, secondo le disposizioni dello scrittore: «Carro d infima classe, quello dei poveri. Nudo. E nessuno mi accompagni, né parenti, né amici. Il carro, il cavallo, il cocchiere e basta . Le sue ceneri, custodite in un urna greca, riposano per sua volontà ad Agrigento, sotto un pino vicino alla villa del Caos, là dove era nato. 1916: Liolà Così è (se vi pare), Il piacere dell onestà 1918: La patente, Il giuoco delle parti, Ma non è una cosa seria 1919: L uomo, la bestia e la virtù 1920: Tutto per bene, Come prima, meglio di prima 1921: Sei personaggi in cerca d autore 1922: Novelle per un anno, Enrico IV 1924: Ciascuno a suo modo 1925: Quaderni di Serafino Gubbio operatore 1926: Uno, nessuno e centomila 1927: Diana e la Tuda 1928: La nuova colonia 1929: Lazzaro 1930: Questa sera si recita a soggetto, La favola del figlio cambiato 1937 (postumo): I giganti della montagna 1917: L AUTORE / LUIGI PIRANDELLO / 833

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento