Il magnifico viaggio - volume 5

90 95 100 105 110 forme anche quella della conchiglia di pasta così grassamente sensuale sotto la sua veste a pieghe severa e devota erano abolite, o, sonnacchiose, avevano perduto la forza d espansione che avrebbe loro permesso di raggiungere la coscienza. Ma, quando niente sussiste più di un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l odore e il sapore, per lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla,13 quasi impalpabile, senza vacillare, l immenso edificio del ricordo. E, appena ebbi riconosciuto il sapore del pezzetto di madeleine inzuppato nell infuso di tiglio che mi dava la zia (pur ignorando sempre e dovendo rinviare a molto più tardi la scoperta della ragione per cui questo ricordo mi rendesse così felice), subito la vecchia casa grigia sulla strada, in cui era la sua stanza, si adattò come uno scenario di teatro al piccolo padiglione sul giardino, dietro di essa, costruito per i miei genitori (il lato tronco che solo avevo rivisto fino ad allora); e con la casa la città, la piazza dove mi mandavano prima di colazione, le vie dove andavo in escursione dalla mattina alla sera, e con tutti i tempi, le passeggiate che si facevano se il tempo era bello. E come in quel gioco in cui i giapponesi si divertono a immergere in una scodella di porcellana piena d acqua dei pezzetti di carta fino ad allora indistinti, che, appena immersi, si distendono, prendono forma, si colorano, si differenziano, diventano fiori, case, figure umane consistenti e riconoscibili, così ora tutti i fiori del nostro giardino e quelli del parco di Swann, e le ninfee della Vivonne14 e la buona gente del villaggio e le loro casette e la chiesa e tutta Combray e i suoi dintorni, tutto quel che viene assumendo contorni e solidità, è sorto, città e giardini, dalla mia tazza di tè. 13 stilla: goccia. 14 Vivonne: il fiume che attraversa Com- bray, come il Loir (affluente della Loira) attraversa Illiers. ANALISI ATTIVA Perdere per ritrovare: la memoria involontaria I contenuti tematici Il brano può essere suddiviso in più sequenze. Nella prima, il narratore constata tristemente che forse i ricordi a cui era tanto legato sono perduti. Quindi formula un ipotesi, che produce una segreta speranza: avranno ragione le leggende celtiche, quando sostengono che le anime dei defunti (come per Marcel le memorie del passato) sono chiuse per magia in qualcosa che le conserva un oggetto, per esempio e solo se si trova quell oggetto, o vi si passa accanto, quelle anime possono tornare a vivere? La sequenza successiva parrebbe dar ragione a quelle tradizioni antiche. Il tè e la madeleine probabilmente sono tali oggetti magici, perché grazie a loro il passato rivive di colpo (nella terza parte del brano). Marcel a questo punto riflette su ciò che sta avvenendo; vorrebbe ripetere l esperimento ma l incanto tende a svanire rivelandogli così che il meccanismo è inconscio e non può essere riprodotto volontariamente: è questo il segreto della memoria che l autore della Ricerca si sforza di scoprire lungo tutto l arco della sua grande opera. 1. Quali similitudini vengono usate per descrivere la fugacità dei ricordi di Combray? 2. Le memorie volontarie di Combray sono complete e soddisfacenti? 3. Individua il passo in cui Marcel afferma l impossibilità di rievocare coscientemente il passato. IL GENERE / IL ROMANZO EUROPEO DEL PRIMO NOVECENTO / 741

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento