T5 - Tardi a scuola

Tardi a scuola / T5 / Thomas Mann, I Buddenbrook, XI, cap. 2 / L angoscia di non arrivare in tempo / Riportiamo un passo del romanzo che ha per protagonista Hanno, l ultimo rampollo della famiglia Buddenbrook. Un ritardo all ingresso a scuola si trasforma per lui in un esperienza dai tratti quasi tragici. 5 10 15 20 25 30 Erano le otto meno dieci quando attraversò il giardino, si lasciò alle spalle la villetta rossa e infilò di corsa il viale spoglio. Ancora dieci, nove, otto minuti. E la strada era lunga. E nella nebbia non poteva quasi vedere a che punto era! La aspirava e la rimandava fuori, quella nebbia densa e gelata, con tutta la forza del suo petto gracile; premeva la lingua contro il dente che ancora gli faceva male per il cacao,1 e chiedeva ai muscoli delle sue gambe uno sforzo insensato. Era in un bagno di sudore, eppure aveva tutte le membra gelate. Cominciò a sentire delle fitte nei fianchi. Quel po di colazione gli si rivoltava nello stomaco alla passeggiata mattutina, la nausea lo colse, e il suo cuore non era più che una cosa tremante e svolazzante che gli toglieva il respiro. La porta! era soltanto alla porta della rocca, e mancavano appena quattro minuti alle otto! Mentre si affrettava per le strade, bagnato di sudore freddo, dolorante, angosciato e con lo stomaco in subbuglio, spiava da tutte le parti per vedere se scopriva qualche altro scolaro No, non c era più nessuno. Erano già tutti sul posto, e gli orologi incominciavano a battere le otto! Le campane rintoccavano attraverso la nebbia da tutti i campanili, e quelle di Santa Maria per festeggiare il momento suonavano addirittura Ringraziate il Signore .2 Lo suonavano malissimo, constatò Hanno smaniante di disperazione, non avevano idea del ritmo ed erano parecchio stonate Ma che cosa importava, che cosa importava! Ormai sarebbe arrivato tardi, non c era più dubbio. L orologio della scuola era un po indietro, ma ad ogni modo Hanno sarebbe arrivato tardi, di certo. Guardava in faccia la gente che incontrava; andavano nei loro uffici, ai loro affari, senza affrettarsi troppo, e nulla li minacciava. Alcuni rispondevano alle sue occhiate infelici e invidiose, osservavano quella sua aria disfatta,3 e sorridevano. Quei sorrisi lo mettevano fuori di sé. Che cosa immaginavano, come giudicavano la situazione, quelli lì che non avevano paura? Cari signori , avrebbe voluto gridar loro, il vostro sorriso è una brutalità. Potreste pensare che sarebbe una bella cosa cader morto davanti al portone chiuso . Lo scampanellio lacerante e continuo che segnava l inizio della funzione del lunedì, gli giunse alle orecchie quand era ancora a venti passi dal lungo muro rosso, interrotto da due portoni di ghisa, che divideva dalla strada il cortile esterno. Non avendo più la forza di correre né di camminare, Johann4 lasciò andare il busto in avanti, e bene o male le gambe dovettero impedirgli di cascare muovendosi in avanti anch esse, barcollanti e incespicanti. Giunse così alla prima porta, quando lo scampanellio era già cessato. 1 il cacao: la cioccolata della sua fretto- losa colazione. 2 Ringraziate il Signore : è il Te Deum, una preghiera di ringraziamento; ma per Hanno questo non è certo un momento di festa. 3 disfatta: disordinata, a causa della concitazione della corsa. 724 / IL PRIMO NOVECENTO 4 Johann: il nome di Hanno è Justus Jo- hann Kaspar. Le parole valgono incespicare Se inciampiamo restando impigliati o urtiamo con i piedi in qualche ostacolo mentre camminiamo, possiamo dire che incespichiamo. Questo, infatti, è il significato del verbo incespicare: «Giulio incespicò in uno scalino ; «Ho incespicato in un ciottolo ; «Si mise a correre, ma incespicò e cadde sul marciapiede . In senso figurato il verbo può indicare il mostrare impaccio o esitazione soprattutto nel parlare o nel leggere. Formula una frase di senso compiuto in cui il verbo sia utilizzato in quest ultima accezione.

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento