Il magnifico viaggio - volume 5

so a restituire il libero sviluppo dei pensieri dei personaggi e a cogliere il groviglio oscuro del loro animo, con i suoi istinti e i suoi mascheramenti. Da questo punto di vista la grandezza di Joyce consiste nell aver posto il linguaggio quale espressione e insieme sostanza del mondo: in questa sua opera il confronto non avviene tra le personalità dei personaggi, bensì tra i linguaggi che li rappresentano. A tal fine lo scrittore varia abilmente lo stile per ciascuno di loro, inventa parole nuove in base a sottili associazioni di idee e affinità di suoni e riesuma termini ormai desueti, cogliendo così la stratificazione culturale, sociale e psicologica che si è depositata in ogni associazione verbale e mentale, in ogni frammento dell esperienza. La negatività della vita umana Attraverso questo approccio linguistico Joyce restituisce un immagine complessa dell esistenza. Il ricorso a una struttura archetipica come quella del poema omerico non mira infatti a situare ciò che è incomprensibile entro una cornice che ricomponga un qualche ordine, bensì a far affiorare l immensa pluralità e relatività dei piani di interpretazione esistenti, la compresenza di cronaca e mito, il condensarsi dell intera storia e cultura del mondo in ogni nostro gesto e parola. Il romanzo diviene allora un archeologia che scava nel quotidiano, portando alla luce i dettagli nascosti dell esperienza e rendendo il mondo nella sua completezza (compresi gli aspetti più bassi e triviali della vita), come mai prima d ora alcun romanzo aveva fatto. Ne emerge un immagine a tinte fosche dell esistenza, in particolare di quella contemporanea all autore: i rapporti tra gli individui sono quasi sempre falsi, formali, segnati dalla convenienza e dall ipocrisia; l amore è un aspirazione destinata a essere frustrata, e lo stesso si può dire dell amicizia, essendo la società dominata dall individualismo; nessun personaggio del romanzo raggiunge davvero i propri scopi. Insomma, l Ulisse presenta una diagnosi decisamente negativa della qualità morale della vita moderna, in cui l eroe del mito classico assurge a lontano archetipo delle peregrinazioni e delle angosce quotidiane dell uomo contemporaneo. Lo sperimentalismo estremo: La veglia di Finnegan La complessa tecnica narrativa dell Ulisse viene ripresa anche nel lavoro successivo, La veglia di Finnegan (Finnegans Wake, 1939), in cui Joyce approda a uno sperimentalismo spinto alle estreme conseguenze, a un linguaggio retto da leggi assolutamente personali fino ai limiti dell incomprensibilità. In quest opera, dove predominano i valori musicali e ritmici, la disintegrazione del romanzo tradizionale è completa. L Ulisse penetra nell inconscio dei personaggi mentre agiscono, La veglia di Finnegan ne descrive il flusso dei pensieri nel sonno; nessuno, né prima né dopo, ha colto con tanta disincantata ironia le infinite possibilità liberate dai sogni: elementi eroici, mitologici, teologici, razionali e umani si mescolano senza soluzione di continuità. L estremizzazione delle soluzioni stilistiche percorsa in questo romanzo costituisce la dimostrazione del carattere emblematico della rivoluzione letteraria di Joyce e dell impossibilità di concepirla come una strada ulteriormente percorribile: se gli scrittori a lui successivi avessero proseguito nella stessa direzione, il genere romanzo avrebbe conosciuto un implosione che ne avrebbe decretato la morte. «Il libro che punta sul linguaggio , scrive Claudio Magris, «finisce spesso per oltrepassarlo e rovesciarlo nel silenzio : è questo il limite al quale Joyce è giunto, e dal quale i narratori che lo seguiranno decideranno di recedere. 696 / IL PRIMO NOVECENTO

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento