Il magnifico viaggio - volume 5

Vasilij Kandinskij, Studio per Cerchi nei cerchi (particolare), 1923. La crisi delle leggi di spazio, tempo e causalità zionale è reale . Garante di tale coerenza è l autore stesso, il quale assicura la corrispondenza tra le parole e le cose e fa sì che ogni particolare della trama sia funzionale alla macchina narrativa, come avviene nel giallo (che potremmo considerare per citare Gioanola «una specie di modello in scala ridotta del romanzo tradizionale ), nel quale quei dettagli che a tutta prima possono apparire insignificanti alla fine si rivelano utili all individuazione del colpevole. Nel Novecento viene meno la fiducia nella ragione come strumento capace di mettere ordine nel disordine, di trovare la logica là dove regna il caos. All armonia classica subentra la disarmonia, e anche l universo romanzesco appare precario, disarticolato, contraddittorio, illogico, incoerente. Irrompono così il caso, l imprevisto, l assurdo. Il romanzo non si offre più come copia fedele della realtà, bensì come una delle sue molteplici rappresentazioni possibili, sempre sfuggenti, precarie e parziali. Da ciò deriva la divaricazione tra cose e parole, tra significati e significanti, con i secondi privilegiati rispetto ai primi: nel romanzo della crisi le parole si emancipano da ciò che indicano normalmente, fino a un autonomizzazione della verbalità che può avere esiti sperimentali estremi, come il flusso di coscienza di Joyce. Allo stesso modo troviamo spesso nei testi particolari narrativi secondari che non rivestono alcun rilievo ai fini dello sviluppo della trama. Il romanzo tradizionale ubbidisce alle unità fondamentali del reale-razionale, cioè le leggi del tempo, dello spazio e della causalità. Il tempo è irreversibile, dotato di una direzione univoca; lo spazio viene sempre definito con precisione, in modo che l ambientazione appaia specificamente descritta (come avviene con Manzoni nell incipit dei Promessi sposi: «Quel ramo del lago di Como ); la legge della causalità prevede che i fatti accadano sulla base di rapporti di causa ed effetto (si pensi, nell ambito del Naturalismo, al concetto di determinismo, che rappresenta un applicazione estrema di questo principio). Nel romanzo contemporaneo tali categorie appaiono decisamente in crisi. Al tempo cronologico subentra il tempo della coscienza individuale, per cui per esempio un minuto può contare più di dieci anni, in base alla rilevanza che un certo evento, oggettivo o anche solo interiore, assume per il personaggio. Inoltre la memoria, conscia e inconscia, del passato rende compresenti nel soggetto i diversi piani temporali. Su questa nuova concezione del tempo influiscono senz altro le teorie di Henri Bergson (1859-1941, p. 671), che nega l esclusiva caratterizzazione fisico-matematica del tempo come una successione di intervalli, affermando invece che la sua essenza è la durata del flusso continuo degli stati di coscienza: da qui l importanza delle epifanie , cioè di quei particolari istanti che rievocano il tempo perduto dell esperienza personale, per esempio dell infanzia (ciò vale soprattutto per Proust). Allo stesso modo, lo spazio da concreta cornice degli eventi diventa orizzonte interiore, che assume particolari connotazioni in base alla funzione che assolve (per esempio gli spazi soffocanti dei romanzi di Kafka come corrispettivo dell angoscia esistenziale dei personaggi che li abitano). Per quanto concerne la causalità, essa cede il passo al suo esatto opposto, la casualità: i fatti non sono effetti di particolari IL GENERE / IL ROMANZO EUROPEO DEL PRIMO NOVECENTO / 691

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento