La lingua

La lingua Italiano lingua della borghesia Come abbiamo già visto, i decenni successivi all unificazione politica mettono in moto il processo di quella linguistica. Alcuni fattori determinano condizioni favorevoli per la diffusione dell italiano presso strati più ampi della popolazione e in contesti locali o culturali rimasti per secoli dominio esclusivo dei dialetti. Lo sviluppo della rete ferroviaria, la costituzione dell esercito con la leva obbligatoria e di una burocrazia nazionale, l introduzione dell obbligo scolastico, la crescita dell industria e delle realRitratto di scolaresca femminile, con insegnanti e bidelli, 1880-1900 ca. tà urbane, le prime forme di mobilitazione politica delle masse consentono una maggiore esempio, si rivolge la variegata schiera di letterati imintegrazione tra persone di diversa provenienza: la piegati nel sistema dell editoria e pronti ad assecondaconseguenza è che i dialetti escono dal loro isolamen- re le aspettative di un pubblico nuovo, fatto di studento per entrare in contatto con le parlate più cittadine, ti (si pensi ai romanzi per i ragazzi o a giornali come il finendo così per modificarsi e acquistare una coloritu- Corriere dei piccoli ) e di donne, oltre che di borghera più vicina all italiano. si di buona cultura (tra la fine dell Ottocento e l inizio Fondamentale si rivela, in tal senso, il pur doloro- del Novecento si registra una straordinaria fioritura di so fenomeno dell emigrazione interna che, a partire quotidiani e periodici di varia natura). dalla fine dell Ottocento, interessa la penisola battendo due strade diverse: quella che dalla campagna con- Analfabetismo e scolarizzazione Grazie all impeduce alla città e quella che porta dal Mezzogiorno al gno dello Stato, il livello di scolarizzazione del paese auNord. Gli effetti linguistici del processo migratorio so- menta sensibilmente, ma ancora nel 1911 la percentuano vasti e duraturi. In un altra realtà rispetto a quella le degli analfabeti tocca il 40%, mentre in Germania da cui provengono, gli emigranti devono misurarsi con non supera l 1% e in Francia oscilla intorno al 10-15%. la necessità di capire e farsi capire dagli autoctoni: co- Nonostante gli sforzi per allargarne la base, infatti, la me scrive lo studioso Pietro Trifone, «ciascuno deve fa- scuola rimane un istituzione non per tutti e l istruzione ticosamente rinunciare alle peculiarità più marcate del continua a essere percepita alla stregua di «un bisogno proprio dialetto e tesaurizzare ai fini relazionali gli voluttuario , come testimonia un inchiesta ministeriale promossa nel 1910. La maggior parte della popolazione elementi comuni con i dialetti degli altri . Possiamo dunque dire che nei primi anni del Nove- frequenta al massimo i primi due o tre anni delle elemencento in Italia vivano uomini e donne italofoni , parlan- tari, utili a favorire l accostamento alla lettura e ai ruditi cioè la lingua italiana? Naturalmente no: l aspirazione menti della scrittura, ma a niente di più. Ciò spiega perdi Manzoni di assistere in poco tempo a una compiuta ché più dell 80% degli italiani continua a esprimersi omogeneizzazione linguistica è infatti, all alba del nuo- in dialetto, come ben documentano le lettere inviate vo secolo, tutt altro che realizzata. D altra parte, il desi- dai soldati di ogni parte d Italia ai propri parenti, che atderio di integrarsi all interno di un orizzonte nazionale testano un passo avanti compiuto nell alfabetizzazione coinvolge soprattutto le classi medio-alte: a esse, per ma non una marcata familiarità con la lingua nazionale. 682 / IL PRIMO NOVECENTO

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento