INTRECCI CINEMA - Tempi moderni

intre cci CINEMA Tempi moderni Il progresso secondo Charlie Chaplin Come raccontare lo spirito di un epoca esclusivamente attraverso la potenza delle immagini e della musica: Charlie Chaplin (1889-1977) è pura essenza cinematografica. Il primo film parlato risale al 1927, ma Chaplin resta fedele al cinema muto per assecondare le caratteristiche mimiche e clownesche del suo alter ego Charlot, l eterno vagabondo. Presentato a New York il 5 febbraio 1936, Tempi moderni testimonia la condizione dell operaio in una grande industria, fagocitato dalle macchine e alienato dalla catena di montaggio. Oltre a esserne l interprete, il poliedrico Chaplin firma la regia, la sceneggiatura, il montaggio, la produzione e le musiche. Civiltà industriale e totalitarismo tecnologico L operaio Charlot lavora a ritmi disumani avvitando bulloni sul nastro trasportatore di un reparto meccanico. I tempi moderni sono i tempi veloci ed estenuanti da mantenere nel ciclo di produzione, e costringono il povero Charlot a ripetere senza sosta i movimenti da automa compiuti durante il lavoro. Scelto come cavia per testare la macchina di nutrizione automatica , un diabolico prototipo destinato a migliorare il rendimento della fabbrica anche durante la pausa pranzo, il protagonista perde il controllo di sé e finisce al manicomio. Uscito dall ospedale, una serie di peripezie porta Charlot dentro e fuori di prigione, tra l incubo della disoccupazione e gli scioperi operai. Conosce un orfana, costretta a rubare per fame, e stringe con lei df Due celebri fotogrammi di Tempi moderni (1936). una forte amicizia. I due trovano lavoro in un caffè: la ragazza come ballerina, lui dapprima come cameriere, poi come cantante. Non ricordando le parole del brano da interpretare, Charlot pronuncia versi incomprensibili, ma riscuote comunque un grande successo. All arrivo dei poliziotti, la coppia si allontana dalla città tenendosi per mano. Comicità e satira sociale: il film di un umanista Secondo Pier Paolo Pasolini, Tempi moderni è «un film assoluto, che ha detto sul lavoro in fabbrica qualcosa che si pone come insuperabile, nella fantasia . Grazie a scenografie opportunamente stilizzate, infatti, la rappresentazione della vita in fabbrica è quasi astratta, assumendo i contorni della favola (Charlot inghiottito dalle ruote dentate della macchina-mostro, simbolo dello sfruttamento dell uomo moderno). proprio dalla forza eversiva delle immagini che scaturiscono i concetti: la satira chapliniana mette in ridicolo tanto il capitalismo occidentale quanto lo stacanovismo sovietico (che mirava a stimolare il massimo impegno degli operai mediante la propaganda e l emulazione), perché l oppressione e lo sfruttamento dell essere umano sono crimini contro le leggi di natura. Il discorso sulla modernità prosegue con il ritratto di un America incapace di uscire dalla Grande Depressione, conseguenza del crollo di Wall Street del 1929: da una parte le piaghe della disoccupazione e della fame, dall altra la società dei consumi in fermento. Attraverso gag tecnicamente perfette, Chaplin mette a nudo un mondo che si è inceppato e ha perso l orientamento. All anarchico Charlot non resta che una poetica fuga verso l ignoto, lontano dalla feroce schiavitù del profitto. L EPOCA E LE IDEE / 677

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento