Il magnifico viaggio - volume 5

Nella quarta strofa la fase preparatoria è ormai terminata e la metamorfosi può completarsi sia sul piano fisico sia su quello spirituale. Il poeta non esiste più, ma si è tramutato in ciascuna delle diverse entità nominate in precedenza (e il fiume è la mia vena, / il monte è la mia fronte ecc., vv. 85-88; io sono nel fiore io son nel fuco in ogni cosa esigua, / in ogni cosa immane ecc., vv. 89-97): senza più nome né identità personale (Non ho più nome, E non ho più nome, Non ho più nome né sorte / tra gli uomini, vv. 68, 99, 105-106), egli è uscito dal mondo sensibile per diventare parte del tutto, in una dimensione di infinito che gli permette di raggiungere l eternità. 3. possibile affermare che, nell ultima strofa, non solo l uomo diventa natura, ma la natura diventa uomo? perché? Il panismo superomistico La perdita dell individualità del poeta si consuma dunque in un abbraccio cosmico con le forze della natura, grazie al quale egli può davvero vincere i limiti umani. Come si vede, anche una poesia come Meriggio che, a differenza della Sera fiesolana o della Pioggia nel pineto, non conserva traccia di erudizione mitologica (con la sola eccezione, al v. 37, di un riferimento alle acque del Lete) o di vagheggiamento erotico celebra il potenziamento delle energie del poeta, esaltate in tutta la loro pienezza vitale. Il fatto che questa comunione lo dissolva nella vita della natura e anche nella morte (In tutto io vivo / tacito come la Morte, scrive ai vv. 107-108) non limita, bensì accentua il suo privilegio di perdersi nella natura, ma anche di inglobare quest ultima in sé stesso. In tal senso l avventura panica si conferma una volta ancora come una straordinaria esperienza riservata al solo superuomo grazie alla pienezza eccezionale del suo vitalismo. 4. Quale rapporto si instaura tra vita divina (v. 109) e Morte? Esponi le tue considerazioni. 5. Chiarisci il significato dell aggettivo divina nell ultimo verso del componimento. L ideologia nello stile Le scelte stilistiche Le prime due strofe si esauriscono nella descrizione raffinata ma misurata dell incanto paesaggistico, insistendo sulle sensazioni di silenzio (Non suona / voce, vv. 11-12; Pel chiaro / silenzio, vv. 15-16; La foce [ ] si tace, vv. 28-33 ecc.), su un atmosfera di immobilità totale (Non bava / di vento intorno / alita, vv. 6-8; Riga di vele in panna, v. 13; grava / la bonaccia, vv. 5-6 ecc.) e di diffuso chiarore (pallido verdicante, v. 3; biancica, v. 15; Pel chiaro / silenzio, vv. 15-16). Nella seconda parte della poesia invece compaiono soluzioni espressive che lasciano emergere l ideologia superomistica dannunziana. Qui vengono esasperati gli espedienti retorici fino a rendere enfatico il discorso: espansioni a catena spesso incentrate sulla dimensione dell io (che che che , vv. 59 ss.; E sento che e che sento che , vv. 69 ss.; E io sono nel della nella della ecc., vv. 89 ss.), ripetizioni, enumerazioni, polisindeti, simmetrie analogiche (è come è come , vv. 78 ss.; il fiume è è è ecc., vv. 85 ss.). Sono tutte soluzioni che «risultano più eloquenti ed oratorie che liriche, in linea con l inevitabile superomismo della situazione (Roncoroni). 6. Individua nel testo alcuni esempi di lessico aulico e arcaizzante. 7. Trova almeno un esempio delle seguenti figure retoriche: a. sinestesia; b. figura etimologica; c. allitterazione; d. similitudine. Alphonse Marie Mucha, Le stagioni, variante 3, 1881. Particolare, L estate. Praga, Museo Mucha. L AUTORE / GABRIELE D ANNUNZIO / 599

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento