Il magnifico viaggio - volume 5

39 Sono le voci della camerata mia: le conosco tutte all improvviso, una dolce, una acuta, una velata 42 A uno a uno tutti vi ravviso, o miei compagni! e te, sì, che abbandoni su l omero il pallor muto del viso. 45 Sì: dissi sopra te l oraz oni, e piansi: eppur, felice te che al vento non vedesti cader che gli aquiloni! 48 Tu eri tutto bianco, io mi rammento. solo avevi del rosso nei ginocchi, per quel nostro pregar sul pavimento. 51 Oh! te felice che chiudesti gli occhi persuaso, stringendoti sul cuore il più caro dei tuoi cari balocchi! 54 Oh! dolcemente, so ben io, si muore la sua stringendo fanciullezza al petto, come i candidi suoi pètali un fiore 57 ancora in boccia! O morto giovinetto, anch io presto verrò sotto le zolle là dove dormi placido e soletto 60 Meglio venirci ansante, roseo, molle di sudor, come dopo una gioconda corsa di gara per salire un colle! 63 Meglio venirci con la testa bionda, che poi che fredda giacque sul guanciale, ti pettinò co bei capelli a onda tua madre adagio, per non farti male. 38 all improvviso: immediatamente. 40 ravviso: rivedo, riconosco. 41 e te: anche te. Si tratta di Pirro Viviani, condiscepolo e amico di Pascoli, che morì diciassettenne il 18 novembre 1869 (quando il poeta stava per compiere quattordici anni). 42 omero: spalla. pallor muto: «la forte sinestesia sintetizza i segni della morte (Gioanola). 43 dissi sopra te le oraz oni: pregai su di te, per te. Le oraz oni sono qui le preghiere di suffragio per i defunti. 44 felice te che al vento: eco foscoliana («Felice te che il regno ampio de venti, / Ippolito, a tuoi verdi anni correvi! , Dei se- 484 / IL SECONDO OTTOCENTO polcri, vv. 213-214). 50 persuaso: tranquillo, sereno, ancora ignaro del dramma esistenziale, docile alla «natura madre dolcissima, che anche nello spegnerci sembra ci culli e ci addormenti (come si legge nella prefazione alla terza edizione di Myricae, uscita nel 1894). 51 balocchi: giocattoli. 53 sua: propria (l espressione nel suo complesso ha valore impersonale). 55 in boccia: in boccio. 58 ansante: ansimante, con il respiro affannato. molle: bagnato. 64 adagio: come se il bambino fosse ancora vivo. Le parole valgono camerata Nelle caserme e nei collegi c è sempre un locale assai spazioso adibito a dormitorio, detto camerata, che talvolta può indicare la stessa compagnia di soldati o compagni che vi alloggiano insieme. Attenzione a non confondere questo termine di genere femminile con l omografo maschile che designa il commilitone, il compagno d arme o di studi, da cui deriva quel rapporto di amicizia e di fiducia tra colleghi e amici che chiamiamo cameratismo. Il termine camerata ha anche una valenza politica: sai indicare quale?

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento