T11 - L’assiuolo

L assiuolo / T11 / Myricae / Il lamento e la morte / In campagna, di notte, quando il cielo presenta quel chiarore che preannuncia il sorgere della luna, si ode il canto di un assiuolo, un uccello notturno simile alla civetta. Il suo verso, ossessivo e lamentoso, si carica di inquietanti suggestioni, unendosi a tutti gli altri echi naturali in un indecifrabile ma sinistro messaggio di morte. La lirica, uno dei vertici del simbolismo pascoliano, viene pubblicata per la prima volta nel 1897 sulla rivista Il Marzocco e quindi inserita nello stesso anno nella quarta edizione di Myricae. Audio LETTURA METRO Doppie quartine di novenari a rima alternata (ABAB, CDCD ecc.), tranne l ultimo verso di ciascuna strofa, rappresentato dal monosillabo del verso dell assiuolo (secondo altri, che vi vedono una dieresi, si tratterebbe invece di un bisillabo). 5 10 15 20 Dov era la luna? ché il cielo notava in un alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù, veniva una voce dai campi: chiù Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com eco d un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento; squassavano le cavallette finissimi sistri d argento (tintinni a invisibili porte che forse non s aprono più? ); e c era quel pianto di morte chiù 2 notava: nuotava. «La luna c è e non si vede, ma inonda di luce il cielo che vi nuota (Onofri). alba di perla: luce biancastra. L aurora lunare diffonde un chiarore perlaceo come quello dell alba. 3-4 ed ergersi vederla: gli alberi sembrano protendersi per cercare di vedere la luna. I tipi di albero non sono scelti casualmente ma per volontà di precisione naturalistica, essendo l assiuolo un uccello primaverile. 5-8 Venivano chi : da nuvole lontane immerse nell oscurità (un nero di nubi laggiù) veniva la luce di lampi, rapidi come soffi, dai campi veniva un verso: chiù. 472 / IL SECONDO OTTOCENTO 9 lucevano: splendevano. 10 tra mezzo latte: in mezzo a una foschia lattiginosa. 12 fru fru: onomatopea che rende il suo- no di un fruscio nella vegetazione. fratte: cespugli. 14 com eco che fu: come l eco di un grido passato, cioè come il ricordo di un dolore dimenticato, che però è pronto a tornare al misterioso richiamo delle voci notturne. 15 singulto: singhiozzo. 17 lucide vette: le cime degli alberi illuminate dalla luna. 19 squassavano: scuotevano. Le cavallette, scuotendo le èlitre (le due ali indurite che coprono il loro addome), producono un suono argentino simile a quello dei sistri. Questi ultimi erano strumenti metallici di forma triangolare usati dagli antichi egizi nelle cerimonie religiose legate a Iside, la dea che guidava i defunti nell aldilà. Scrive il critico Giuseppe Nava: «Per la piena comprensione del passo, occorre ricordare che il culto di Iside era un culto misterico di resurrezione dopo la morte (secondo il mito, Iside aveva raccolto le membra o il corpo del marito ucciso, Osiride, e l aveva fatto rivivere) . Ma Pascoli mette in dubbio la credenza nella resurrezione: le invisibili porte che forse non s aprono più? (vv. 21-22).

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento