Il magnifico viaggio - volume 5

DENTRO IL TESTO Il mare e gli uccelli Il carattere visionario del componimento Percezione sensoriale e fonosimbolismo I contenuti tematici Nell incanto di un alba estiva, il paesaggio sembra come addormentato, sprofondato nell immobile solitudine di un infinità spaziale tra cielo e mare (v. 1). All orizzonte non c è neppure una barca, ma dalla spiaggia, che possiamo immaginare come il punto di osservazione del poeta, mentre si percepisce appena il rumore delle onde risospinte dalla riva ( l fievole sciacquìo della risacca, v. 11), si odono versi misteriosi che paiono tremule risate (v. 6): sono gli stridi dei puffini, uccelli di mare dalle voci quasi umane. Sembrano grida lontane di marinai portate dal libeccio, quando le barche da pesca, allineate in una lunga fila, nitida sullo sfondo rosso oro del cielo, dondolano appena sul mare liscio come uno strato di vernice. Le immagini iniziali della poesia ricordano le pennellate di un pittore impressionista: un rigo di carmino (v. 1), l acque marezzate (v. 2), un alba cerula (v. 3), il turchino del mare (v. 4) nel quale non si scorge neppure la sagoma lontana di una vela. Ma queste indicazioni cromatiche e visive sono inserite in un clima suggestivo che conferisce loro echi più profondi; l atmosfera, infatti, appare come incantata, sospesa in una dimensione onirica che la rende sfuggente e inafferrabile. Il carattere apparentemente descrittivo della poesia è dunque contraddetto dalla sua visionarietà: il suono animale si confonde con la lingua umana, le voci dei puffini creature aeree, prive di legami con la terra sembrano quasi lanciare arcani messaggi da un indefinito al di là , il piano della realtà oggettiva sconfina in quello, enigmatico, dei sensi e nella sfera dell io, così che l ambiente raffigurato si trasforma in una sorta di puro e misterioso paesaggio mentale. Come sempre in Pascoli, la rappresentazione è soltanto uno scenario capace di definire uno stato d animo, che si trasmette dal poeta al lettore e lo avvolge nell intricato mistero delle cose. Le scelte stilistiche Mentre la prima quartina (vv. 1-4) e la seconda terzina (vv. 12-14) sono incentrate su sensazioni visive, i versi centrali del sonetto (vv. 5-11) puntano invece sulla percezione acustica, restituendo l impressione sonora del chiacchiericcio (v. 8) dei puffini, ma anche dello sciacquìo (v. 11) del mare. Questi citati sono sostantivi dalla forte valenza fonosimbolica, vocaboli cioè, già presenti nei repertori lessicali, che vengono scelti dal poeta per l intrinseco potenziale onomatopeico. Il loro utilizzo non è però finalizzato a una maggiore resa mimetica della realtà; anzi, l effetto è esattamente opposto, dal momento che la componente evocativa che è insita nei loro suoni accresce la carica simbolica del linguaggio della natura, che il poeta tenta di cogliere e decifrare. Del resto, non mancano neppure effetti fonici più tradizionali quali l allitterazione della vocale a, ricorrente in particolare nella prima quartina per accentuare la sensazione di infinitezza (acque marezzate; parlano; alba cerula d estate; randa), e della i, che richiama nella seconda quartina i suoni acuti degli uccelli (chiacchiericcio mattutino, v. 8), nonché delle consonanti s e l, che riproducono nelle due terzine rispettivamente il rumore del mare (sciacquìo della risacca, v. 11) e la calma liquida dell acqua (liscio di lacca, v. 14). Pierre-Auguste Renoir, Bordighera, 1888 ca. Collezione privata. 456 / IL SECONDO OTTOCENTO

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento