I fiori del male

po la sua morte, nel 1869) e il saggio I paradisi artificiali (1860), in cui, sull esempio delle Confessioni di un mangiatore d oppio (1821) dell inglese Thomas de Quincey (1785-1859), tratta da esperto gli effetti dell oppio, dell hashish e del vino, visti come mezzi di ricerca di voluttà e come tramite per esplorare i territori affascinanti dell ignoto e dell inconscio. I fiori del male I fiori del male (1857) non sono soltanto l opera più alta della produzione del Decadentismo, ma segnano anche una vera e propria svolta nel cammino della poesia: Charles Baudelaire instaura qui un nuovo rapporto con la scrittura, la materia e persino il pubblico dei suoi versi, esercitando una profonda influenza su tutti i movimenti letterari del secondo Ottocento e del Novecento. Al tempo stesso I fiori del male può essere definito il libro «architettonicamente più rigoroso della lirica europea (Friedrich): non una semplice raccolta di testi, ma un canzoniere, per usare le parole dell autore, «con un inizio e una fine , una sorta di poema capace di illustrare la storia di un anima nei suoi successivi sviluppi. La struttura La vicenda editoriale e il titolo ARCHITETTURA E SIGNIFICATO DI UN CAPOLAVORO L opera presenta non a caso una struttura precisa: dopo l apostrofe iniziale Al lettore, essa è divisa nella versione definitiva in 6 sezioni, che corrispondono ad altrettanti momenti del percorso spirituale del poeta, da intendersi però non tanto come una successione storica di fasi cronologiche, quanto come tappe di un viaggio simbolico, che trasforma in sogno e suggestioni personali le diverse esperienze della realtà. Tutte le sezioni del libro così ricalcano la dimensione interiore del poeta: 1) sospeso tra cadute nella malinconia e slanci improvvisi (Spleen e ideale); 2) confuso tra la folla e nella vita moderna della città (Quadri di Parigi); 3) smarrito nei miraggi e nelle visioni dell alcol (Il vino); 4) immerso nel morboso e peccaminoso abbandono sensuale (Fiori del male); 5) cantore della ribellione satanica (Rivolta); 6) teso all evasione finale nella morte, invocata come liberatrice per trovare finalmente, non importa se in paradiso o all inferno, una via d uscita dal tedio dell esistenza (La morte). un epilogo amaro, pessimistico, ma forse più d immagine che di sostanza: la forza dell arte e della bellezza colma e annulla l orrido baratro che la conclusione spalanca. Di fatto Baudelaire non sceglie né l inferno né il paradiso: sceglie la poesia. La prima edizione dell opera vede la luce nel 1857, quando l autore riunisce tutta la sua produzione poetica dal 1840 in poi: il libro, che contiene 100 testi, è dedicato a Théophile Gautier, caposcuola del movimento parnassiano. In un primo momento, il titolo assegnato è Limbi; poi l autore propende per un altra soluzione, che accosta con un geniale ossimoro i fiori , che simboleggiano la purezza e la bellezza, e il male , ovvero la corruzione e il peccato, avvicinando in tal modo le due polarità verso cui è attratta, confusamente, la sua vita interiore. Dopo il processo, che costringe Baudelaire a eliminare 6 poesie considerate oltraggiose della morale, nel 1861 esce una seconda edizione, comprendente 126 liriche. La cosiddetta edizione definitiva viene invece pubblicata postuma, nel 1868, e riunisce 151 testi, alcuni dei quali inediti o pubblicati in una raccoltina stampata quasi clandestinamente in Belgio nel 1866 con il titolo Relitti. 362 / IL SECONDO OTTOCENTO

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento