T2 - Il tamburino sardo

Il tamburino sardo / T2 / Edmondo De Amicis, Cuore, Gennaio / Il valore del sentimento patriottico / Ogni mese dell anno scolastico, il maestro detta e fa copiare ai suoi allievi un racconto per offrire loro uno spunto di riflessione e, al tempo stesso, un modello di comportamento. Qui riportiamo quello relativo al mese di gennaio. 5 10 15 20 25 30 35 Nella prima giornata della battaglia di Custoza,1 il 24 luglio del 1848, una sessantina di soldati d un reggimento di fanteria del nostro esercito, mandati sopra un altura a occupare una casa solitaria, si trovarono improvvisamente assaliti da due compagnie di soldati austriaci, che tempestandoli di fucilate da varie parti, appena diedero loro il tempo di rifugiarsi nella casa e di sbarrare precipitosamente le porte, dopo aver lasciato alcuni morti e feriti pei campi. Sbarrate le porte, i nostri accorsero a furia2 alle finestre del pian terreno e del primo piano, e cominciarono a fare un fuoco fitto sopra gli assalitori, i quali, avvicinandosi a grado a grado, disposti in forma di semicerchio, rispondevano vigorosamente. Ai sessanta soldati italiani comandavano due uffiziali subalterni e un capitano, un vecchio alto, secco e austero, coi capelli e i baffi bianchi; e c era con essi un tamburino sardo, un ragazzo di poco più di quattordici anni, che ne dimostrava dodici scarsi, piccolo, di viso bruno olivastro, con due occhietti neri e profondi, che scintillavano. Il capitano, da una stanza del primo piano, dirigeva la difesa, lanciando dei comandi che parean colpi di pistola, e non si vedeva sulla sua faccia ferrea nessun segno di commozione.3 Il tamburino, un po pallido, ma saldo sulle gambe, salito sopra un tavolino, allungava il collo, trattenendosi alla parete, per guardar fuori dalle finestre; e vedeva a traverso al fumo, pei campi, le divise bianche degli Austriaci, che venivano avanti lentamente. La casa era posta sulla sommità d una china ripida, e non aveva dalla parte della china che un solo finestrino alto, rispondente in una stanza a tetto;4 perciò gli Austriaci non minacciavan la casa da quella parte, e la china era sgombra: il fuoco non batteva che la facciata e i due fianchi. Ma era un fuoco d inferno, una grandine di palle di piombo che di fuori screpolava i muri e sbriciolava i tegoli, e dentro fracassava soffitti, mobili, imposte, battenti, buttando per aria scheggie di legno e nuvoli di calcinacci e frantumi di stoviglie e di vetri, sibilando, rimbalzando, schiantando ogni cosa con un fragore da fendere il cranio.5 Di tratto in tratto uno dei soldati che tiravan dalle finestre stramazzava indietro sul pavimento ed era trascinato in disparte. Alcuni barcollavano di stanza in stanza, premendosi le mani sopra le ferite. Nella cucina c era già un morto, con la fronte spaccata. Il semicerchio dei nemici si stringeva. A un certo punto fu visto il capitano, fino allora impassibile, fare un segno d inquietudine, e uscir a grandi passi dalla stanza, seguito da un sergente. Dopo tre minuti ritornò di corsa il sergente e chiamò il tamburino, facendogli cenno che lo seguisse. Il ragazzo lo seguì correndo su per una scala di legno ed entrò con lui in una soffitta nuda, dove vide il capitano, che scriveva con una matita sopra un foglio, appoggiandosi al finestrino, e ai suoi piedi, sul pavimento, c era una corda da pozzo. Il capitano ripiegò il foglio e disse bruscamente, fissando negli occhi al ragazzo 1 battaglia di Custoza: combattuta du- rante la Prima guerra d indipendenza fra le truppe del Regno di Sardegna, guidate dal re Carlo Alberto di Savoia, e quelle 324 / IL SECONDO OTTOCENTO dell Impero austriaco, comandate dal maresciallo Josef Radetzky. La battaglia sarà vinta dagli austriaci. 2 a furia: precipitosamente. 3 commozione: emozione. 4 rispondente in tetto: che appartene- va a una mansarda. 5 fendere il cranio: rompere la testa.

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento