Il magnifico viaggio - volume 5

e Berthe Morisot, La culla, 1872. Parigi, Musée d Orsay. La voce del narratore In una nota al racconto, Fenoglio chiarì d avere ascoltato questa storia dalla voce di un parente: molti tratti, in effetti, rimandano a una dimensione orale e locale. Come si vede già nella prima frase (quella razza che da noi si marchia col nome di mezzi zingari!, r. 1), il narratore conosce bene il mondo che rappresenta, anzi vi appartiene, come accade a chi racconta le novelle verghiane: anche lui, come i personaggi, fa ricorso a parole, modi di dire, giri sintattici tipici della zona e ricalcati sul dialetto (paste di meliga, r. 76; le rincresceva il sangue del cuore, r. 79 e così via), badando più all efficacia che all eleganza. Inoltre il narratore si guarda bene dal criticare o commentare la barbara usanza del matrimonio combinato, all epoca normale, limitandosi a riferire gli eventi e assumendo spesso il punto di vista di Catinina. In questo modo può emergere l ingenuità con cui la ragazza affronta le nozze con un estraneo: cresciuta nell ambiente del mercato, del tutto inesperta, non si rende bene conto di ciò che le accade intorno; né, d altro canto, la famiglia intende spiegarle nulla. Basta la convinzione di aver fatto un buon affare, sistemandola con un venditore ambulante di stracci, brutto ma dal commercio già bene avviato. Catinina dovrà capire da sola, strada facendo. La luna, il mare Lasciato il paese, gli sposi viaggiano con un carro sul crinale delle colline. A un certo punto, a filo dell orizzonte, si alza una luna meravigliosa: un mostro di vicinanza, di rotondità e giallore, navigava nel cielo caldo a filo del greppo della langa, come li volesse accompagnare fino in Liguria (rr. 52-54). Catinina se ne accorge e la indica al marito, ma questi non le bada e risponde in modo aggressivo. La distanza è sottolineata dall uso del voi , con il quale pretende che gli si rivolga: Voi avete a darmi del voi, come io lo do a voi! (r. 56). Quando poi giungono a Savona, lei si incanta nel vedere il mare, il bestione (r. 64) sul quale aveva tanto fantasticato fin da bambina, guardando i carretti carichi di merce che ne tornavano. Vengono in mente certi squarci paesaggistici dei Malavoglia, ma anche qui l idillio dura poco: lo sposo le calò una mano sulla spalla e si fece accompagnare a stallare la bestia (rr. 73-74). La sua è la scontrosità di un ragazzo timido e immaturo, più che cattivo. Lo lasciano credere anche le brusche cortesie che riserva alla piccola moglie: un caffellatte con le paste di meliga (r. 76) e gli stracci sistemati per farla stare comoda sul carro al ritorno. La madre bambina In conseguenza di un breve momento di allegria, al quale si abbandona in casa di parenti, Catinina deve subire una scarica di schiaffi dal marito, che la vuole schiva e supina. Al ritorno vorrebbe lasciarlo, ma deve sottostare alla legge del matrimonio (r. 115), che le chiarisce il fornaio di Murazzano. Si accontenta di un lume a petrolio e di un poggiolo (r. 119): di più, non può desiderare. Un anno più tardi Catinina ha già dato alla luce il primo dei suoi nove figlioli. La società langarola non prevede altro ruolo per la donna: da sposa, è divenuta una madre bambina, per la quale il richiamo delle biglie continua a rimanere irresistibile. Proprio come nell universo descritto da Verga, anche in quello di Fenoglio il destino non può essere modificato: l unico modo per fronteggiarlo è resistervi con stoica sopportazione. L AUTORE / GIOVANNI VERGA / 311

Il magnifico viaggio - volume 5
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento